Da parte mia e di EditorialeNovanta, c’è la volontà di lavorare sodo per costruire il futuro di left e non per far chiudere questo settimanale. Questo è sempre stato il mio unico obiettivo. Nel pieno rispetto delle persone e dei lavoratori.

In questi giorni ci sono state dichiarazioni da parte dei giornalisti della cooperativa Left avvenimenti scpl su di me e il mio operato. Io “non gradirei” i lavoratori della Cooperativa che editava il settimanale Left. Tutto ciò è completamente falso.

I lavoratori della cooperativa Left avvenimenti scpl sanno bene che da parte di EditorialeNovanta c’è stata la disponibilità a parlare con tutti, ribadita al fiduciario sindacale Cecilia Tosi il giorno 8 gennaio alla vigilia dell’assemblea della cooperativa. Alcuni hanno risposto, altri no. O meglio hanno risposto con attacchi gratuiti nei quali si dice che io sarei un pericoloso personaggio che, dopo aver fatto fallire l’Unità, ora fa fallire Left.

È avvilente leggere il falso e fa male. Perché la verità, come tutti sanno, anche quelli che mi attaccano, è che ho cercato sempre di fare tutto il possibile e l’impossibile, sia con l’Unità che con Left. Senza mai chiedere nulla in cambio.

Se si vuole ricostruire la storia di questi mesi allora bisogna farlo in maniera trasparente ed imparziale.

  1. La cooperativa che ha editato il giornale in questi mesi è nata a marzo del 2014 e fin dall’inizio ha avuto bisogno di aiuto finanziario. I soldi necessari per fare l’offerta di acquisto della testata ed avere il comodato d’uso dalla liquidazione della precedente cooperativa (Editrice dell’Altritalia soc. coop.) non sono stati messi a disposizione dai soci della nuova cooperativa ma da un privato che si è reso disponibile a prestare 36.000 euro senza nessuna garanzia e senza essere socio della Left avvenimenti. La cooperativa non ha mai avuto alcun capitale sociale significativo.
  2. I soci lavoratori hanno fatto delle valutazioni economiche errate. Spese del personale elevate e una mancata previsione della significativa riduzione dei contributi pubblici all’editoria. Questo ha comportato uno squilibrio economico fin dai primi mesi di attività, per arrivare velocemente al default della stessa Cooperativa neonata.
  3. A settembre ho deciso di dare delle garanzie finanziarie per permettere a Left di continuare a stampare e quindi essere in edicola, dato che il precedente tipografo si era detto non più disponibile per i tanti insoluti precedenti.
  4. Successivamente, mentre valutavo il modo con cui poter editare il settimanale, ho chiesto alla cooperativa di rafforzare la direzione con una persona di mia fiducia, nonché fondatrice dello stesso settimanale nel 2006, Ilaria Bonaccorsi.

Non c’è mai stata da parte mia ingerenza di alcun tipo nei confronti della direzione di Giovanni Maria Bellu, né ostilità verso nessuno. Semmai il contrario.

Da parte mia e di EditorialeNovanta, c’è la volontà di lavorare sodo per costruire il futuro di Left e non per far chiudere questo settimanale. Questo è sempre stato il mio unico obiettivo. Nel pieno rispetto delle persone e dei lavoratori. Vorrei che lo stesso venisse riservato alla mia persona.

Tutte le porte rimangono aperte.

Matteo Fago