I negoziati tra Bruxelles e Washington per il Ttip proseguiranno. Lo ha deciso l'8 luglio il Parlamento europeo. Ecco le raccomandazioni degli eurodeputati e tutti numeri del Ttip.

I negoziati tra Bruxelles e Washington per il Ttip (Transatlantic trade and investment partnership) proseguiranno. Lo ha deciso l’8 luglio il Parlamento europeo, proprio mentre Alexis Tsipras, citando Sofocle, rammentava alla plenaria che «il diritto degli uomini vale sopra la legge».

TTIP

La “legge” in questione è la risoluzione, presentata dal relatore Bernd Lange (Socialisti europei), che mette nero su bianco le raccomandazioni degli eurodeputati per i negoziatori. E la sua approvazione attraversa un fronte ampio e trasversale: 436 favorevoli e 241 voti contrari, 30 astenuti. Tutti d’accordo, insomma. Tranne la Sinistra e i Verdi (insieme a 56 deputati della minoranza S&d, il neonato Enf di Le Pen-Salvini e qualche “dissidente”), per loro si tratta di un «progetto che minaccia da vicino diritti acquisiti e libertà di scelta degli europei (e degli americani) in settori chiave dell’economia e della società, in nome del dogma della primazia dell’impresa, soprattutto se grande e transnazionale», scrive la co-presidente del Partito verde europeo, Monica Frassoni, sulle pagine web del Fatto quotidiano. E avverte: «Questo testo contiene solo raccomandazioni certo, ma ha una notevole importanza politica e istituzionale, perché il Parlamento europeo ha il potere di approvazione o rigetto del Trattato alla fine dei negoziati e la risoluzione ha ottenuto una maggioranza ampia».

Una maggioranza che arriva dopo il rinvio dello scorso 10 giugno, per i troppi emendamenti e dopo settimane di discussioni e stop and go.
Da lunedì 13 luglio gli Stati Uniti e l’Unione europea avvieranno a Bruxelles un nuovo ciclo di trattative.

 

Nelle loro raccomandazioni gli eurodeputati cercano

di introdurre alcuni blandi limiti alle trattative:

 

Investor-state dispute settlement (Isds), ovvero “Risoluzione delle controversie tra investitore e Stato”
– di «sostituire il sistema Isds con un nuovo sistema per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stati, che sia soggetto ai principi e al controllo democratici, nell’ambito del quale i possibili casi siano trattati in modo trasparente da giudici togati, nominati pubblicamente e indipendenti durante udienze pubbliche e che preveda un meccanismo di appello in grado di assicurare la coerenza delle sentenze e il rispetto della giurisdizione dei tribunali dell’Unione e degli Stati membri, e nell’ambito del quale gli interessi privati non possano compromettere gli obiettivi di interesse pubblico».

Indicazioni geografiche
– che il Ttip garantisca «il pieno riconoscimento e una forte protezione giuridica» delle indicazioni geografiche dell’Unione. L’obiettivo deve essere quello di sopprimere tutti i dazi doganali, tenendo però conto del fatto che «esistono diversi prodotti agricoli e industriali sensibili sulle due sponde dell’Atlantico, per i quali bisognerà compilare delle liste complete durante il processo di negoziazione», che dovranno essere previste delle «misure volte ad affrontare i casi di uso improprio e di informazioni e pratiche fuorvianti» per tutelare i prodotti europei in vendita sul mercato americano. E che all’interno del Ttip dovrà essere prevista una clausola di salvaguardia che potrà essere invocata nel momento in cui l’aumento esagerato delle importazioni di un prodotto particolare possa «causare un danno importante alla produzione interna», con riferimento sia all’agricoltura che al settore energetico, chimico e siderurgico.

Ogm
– che non ci sia «alcun accordo nei settori in cui l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno norme molto diverse, come ad esempio nel caso dei servizi sanitari pubblici, gli organismi geneticamente modificati, l’impiego di ormoni nel settore bovino, il regolamento Reach (relativo ai prodotti chimici) e la sua attuazione e la clonazione degli animali a scopo di allevamento». E che gli Usa revochino il divieto d’importazione delle carni bovine europee.

Protezione dei dati
– che «l’acquis dell’Ue in materia di protezione dei dati personali non venga compromesso». Perciò, chiedono l’inserimento di una clausola «che esoneri totalmente dall’accordo il vigente e futuro quadro giuridico dell’Ue sulla protezione dei dati personali». In tal senso i deputati ricordano che l’approvazione definitiva del Ttip «potrebbe essere a rischio fintantoché gli Stati Uniti non cesseranno del tutto le attività di sorveglianza indiscriminata di massa e non si troverà una soluzione adeguata alla questione del diritto alla riservatezza dei dati dei cittadini dell’Unione».

Servizi pubblici
– che Ue e Usa firmino una dichiarazione comune nella quale venga esplicitamente escluso dal campo di applicazione del Ttip qualsiasi servizio d’interesse generale attuale e futuro, come l’acqua, la sanità, i servizi sociali, e l’istruzione. L’obiettivo è di assicurare che le normative e il finanziamento di tali servizi restino completamente nelle mani delle autorità nazionali e locali.

Cinema e cultura
– che «nessuna disposizione dell’accordo» dovrà incidere sulla «capacità dell’Unione europea o dei suoi Stati membri di erogare sovvenzioni o garantire sostegno finanziario alle industrie culturali e ai servizi culturali, di istruzione, audiovisivi e stampa». E che non vi sia nessuna ingerenza nemmeno nel sistema di fissazione dei prezzi per libri e periodici. (Il video qui sotto è l’appello lanciato da una serie di artisti britannici)

 

Appalti pubblici
–  che si adotti «un approccio ambizioso» e si eliminino «le restrizioni attualmente vigenti negli Usa a livello federale, statale e locale». E che vengano istituiti dei «meccanismi per garantire che gli impegni assunti dalle autorità federali statunitensi siano onorati a tutti i livelli politici e amministrativi». Su questo punto, l’intento dei deputati si fa deciso, probabilmente data la quasi inaccessibilità del mercato statunitense per le imprese europee.

Ambiente e Sociale
– che l’accordo sia «ambizioso, globale, equilibrato e di alto livello», capace di promuovere «lo sviluppo sostenibile di benefici condivisi per tutti gli Stati membri». Perciò si richiede «maggiore cooperazione transatlantica preservando standard normativi e di tutela dei consumatori, e la prevenzione del dumping sociale, fiscale e ambientale». Il Ttip dovrà contestualmente assicurare «il livello più elevato di protezione della salute e della sicurezza, conformemente al principio di precauzione”, garantendo la tutela “dei consumatori, della normativa in materia di lavoro, ambiente e benessere degli animali nonché della diversità culturale esistente nell’Ue».

Con queste raccomandazioni, il cavallo di battaglia e pallino fisso del presidente Martin Schulz, il Ttip, continuerà a stare sul tavolo dei negoziatori europei e statunitensi. E continuerà a fare da collante a una maggioranza che vede l’unica opposizione nel gruppo della Sinistra e nei Veri. Mentre fuori dalle stanze dei negoziati continua a crescere il movimento #StopTttip, che chiede l’immediata interruzione delle trattative.

 

Ma quanto pesa il commercio tra Europa e Stati Uniti? Come si evince dall’infografica del Parlamento europeo Usa e Ue sono partner commerciali di prima grandezza e l’approvazione del ttip avrebbe enormi conseguenze da un lato, come dall’altro dell’Atlantico. Al momento gli Usa importano dall’Ue più di quanto non esportino dalle nosre parti. Eppure, anche negli Usa, sindacati e associazioni sono molto preoccupate delle conseguenze che l’approvazione del Trattato avrebbe sul mercato del lavoro interno.

 

>> INFOGRAFICA | TUTTI I NUMERI DEL TTIP

 

 

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