Incongruenze nella selezione dei membri del consiglio direttivo dell'Anvur, che valuteranno il lavoro dei propri colleghi. Oggi l'audizione alla Camera, M5S promette battaglia, ma anche deputati Pd hanno avanzato dubbi in proposito

Chi valuta i valutatori della ricerca? Chi valuta i valutatori che decideranno, in parte, delle sorti delle università italiane? Una questione scottante quella affrontata dalla Commissione Cultura e Istruzione della Camera dove andrà in scena l’audizione dei quattro nuovi membri del Consiglio direttivo dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e di ricerca introdotta con un disegno di legge nel 2006 e potenziata dal ministro Gelmini con un decreto ad hoc. Un istituto che in passato si è attirato una valanga di critiche sul sistema bibliometrico adottato per valutare la qualità della produzione scientifica: clamoroso era stato il caso di riviste come  Suinicoltura (adesso tolta) che figuravano nell’elenco di testate valide per calcolare i punteggi di articoli.

L’audizione di oggi si presenta quindi alquanto vivace anche perché sono uscite notizie che in qualche modo fanno sorgere dei dubbi sulla validità della scelta del Miur.

Roars, il sito specializzato in fact-checking su tutto quanto riguarda il mondo della ricerca ha fatto notare per esempio come Paolo Miccoli, uno dei quattro prescelti, abbia presentato un tema in cui ci sono coincidenze con quattro testi che però non sono stati citati. Ma anche degli altri elaborati, i curatori di Roars hanno mostrato alcune debolezze (vedi qui). Daniele Checchi, Paolo Miccoli, Raffaella Rumiati e Susanna Terracini sono stati scelti dal ministro Giannini da una rosa di 121 candidati. C’è maretta anche perché i nomi sono passati con voti risicati alla Commissione Cultura del Senato e pare che i colleghi della Camera vogliano fare le pulci in modo ai quattro che dovranno valutare i lavori dei propri colleghi e la ricerca degli atenei italiani. L’Anvur, ricordiamo, ha un grande potere: la ripartizione del Ffo, il fondo ordinario di finanziamento alle università, infatti dipende per il 30 per cento dalla sua valutazione. Ogni membro del Direttivo inoltre prende com scompenso 178.500 euro all’anno.

«A tutti e al candidato Paolo Miccoli, certo, chiederemo conto di quello che è uscito e di alcune incongruenze sui loro documenti pubblici», afferma Gianluca Vacca deputato M5s che fa parte della Commissione Cultura e Istruzione. «Ma soprattutto chiediamo di ascoltare il ministro Giannini, perché vogliamo capire quali sono stati i criteri per cui sono stati scelti, chi ci deve spiegare il motivo della selezione è il Ministero», continua Vacca. «Non solo, è importante conoscere anche i criteri di scelta del Comitato di selezione che ha valutato i 121 candidati», afferma l’esponente M5s. Infatti i verbali non sono stati resi pubblici.

Alla Commissione Cultura del Senato la sua collega Michela Montevecchi aveva dichiarato il suo voto contrario perché «nessuno dei candidati proposti è espressione di una università del Sud», oltre al fatto che «non risultano convincenti i criteri di scelta dei candidati». L’esigenza di approfondire i profili professionali dei quattro candidati comunque è estesa anche alle altre forze politiche in Commissione, visto che l’aveva proposto il 15 settembre la deputata del Pd Manuela Ghizzoni. Insomma, tra poche ore sapremo come la Commissione valuterà i valutatori, così importanti per il mondo della ricerca italiana.

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.