Un francese e un italiano vanno a lavoro in bicicletta: uno riceve un incentivo (25 centesimi di euro per chilometro percorso), l’altro non viene neanche risarcito se si fa male durante il percorso. Quale dei due è l’Italiano?

Un francese e un italiano vanno a lavoro in bicicletta: uno riceve un incentivo (25 centesimi di euro per chilometro percorso), l’altro non viene neanche risarcito se si fa male durante il percorso. Quale dei due è l’Italiano?

Già, la risposta è purtroppo quella che vi asoettavate. Mentre in Francia – traendo spunto da una sperimentazione su ottomila persone che ha dato risultati incoraggianti – il ministro dell’Ambiente Ségolène Royal promette di estendere il bonus a tutto il Paese, in Italia la discussione è ancora ferma ai buoni propositi ed è ancora troppo diffusa l’idea che la bici sia un veicolo per il tempo libero e non un mezzo di trasporto indispensabile per migliorare la mobilità urbana.

Lo dimostra la sopravvivenza di una norma, confermata di recente dalla Cassazione, sul cosiddetto infortunio in itinere. In pratica, la legge protegge e risarcisce il lavoratore anche nel caso di un incidente accorso nel tragitto casa lavoro e viceversa, ma nel caso questi abbia usato un veicolo privato dovrà dimostrare che l’uso del veicolo fosse “necessitato”. In pratica, se decidi di andare al lavoro in bici ma avresti potuto optare per andarci comodamente a piedi o con i mezzi pubblici non sarai rimborsato in caso di infortunio.

E il principio vale anche se si arriva al lavoro pedalando su una pista ciclabile o in zone interdette ai veicoli a motore: l’Inail ha provato a considerare risarcibili queste ipotesi, ma le pronunce della Cassazione di cui sopra (n. 7970/12 e n. 15059/12) l’hanno costretta a fare marcia indietro.

La speranza ora è riposta in un intervento normativo ad hoc. E potrebbe arrivare dal collegato ambientale alla legge di Stabilità 2014, licenziato alla Camera a novembre 2014 e appena approvato “con modifiche” in commissione Ambiente a Palazzo Madama. Il testo prevede bonus per chi va al lavoro in bici e con i mezzi pubblici e copertura Inail in caso di infortunio sulle due ruote. Ora si tratta di capire se e quando sarà discusso e approvato in Senato per poi fare ritorno nell’Aula di Montecitorio.

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