Ma quanto è facile sui giornali “sparare” su un preside che “avrebbe vietato” addirittura la festa di Natale a scuola. Così facile che si esercitano un po’ tutti: a destra ci vanno a nozze, naturalmente, visti i tempi. È il Giorno a dare il la alla vicenda.  Lo racconta molto bene Valigia Blu che mette in fila la sequela dei fatti mediatici e tutte le reazioni. Matteo Salvini si scatena: si farebbe un favore ai terroristi. Matteo Renzi in persona scende in campo: «L’Italia intera, laici e cristiani, non rinuncerà mai al Natale». Ma anche in altre testate non si scherza. Il Fatto ci sguazza. Ancora oggi titola sul sito si legge: “Rozzano, festa di Natale vietata”. Michele Serra, che non è certo di destra, nella sua rubrica L’Amaca su Repubblica di ieri scriveva così: «Quando in una scuola pubblica si sceglie di non fare il presepe o di rinunciare ai canti di Natale per non urtare la suscettibilità dei non cristiani, non si fa torto solamente alle “nostre tradizioni”, come lamentano gli ultras dell’identità tradita. Si fa torto all’idea stessa della convivenza tra culture». E anche Concita De Gregorio questa mattina a Prima pagina su Radio Tre si è lasciata andare all’esaltazione della musica e dell’arte che superano tutte le culture e che non si possono vietare. Per carità, tutto giusto. Peccato che la notizia non era proprio questa. Si è “sparato” mediaticamente, ma la mira era sbagliata. Anzi, proprio il bersaglio non esisteva. Lo ha precisato un’ascoltatrice dello stesso programma condotto da Concita. Il preside Marco Parma dell’Istituto Comprensivo Garofani di Rozzano (Milano) non ha vietato nulla. Ed ecco che emerge la verità di un dirigente scolastico di un istituto di un centro abitato da moltissime famiglie di origine straniera, con cui, ha detto l’ascoltatrice, la convivenza è perfetta. Il preside sabato 28 novembre aveva pubblicato una lettera dal titolo “Natale e dintorni” sul sito della scuola in cui ripercorreva tutta la vicenda (qui). «In primo luogo, non ho mai fatto rimuovere crocefissi né dalle aule del Comprensivo Garofani né da quelle delle altre scuole che ho gestito e diretto nel corso di più di vent’anni di modesta carriera, per un motivo molto semplice: non c’erano». Non ha nemmeno «rimandato né cancellato nessun concerto natalizio né altre iniziative programmate dal collegio docenti e dal consiglio di istituto; mi sono, viceversa, adoperato per sostenerle: tanto il concerto del 17 dicembre dei ragazzi della secondaria quanto quello dei bimbi della primaria, in programma per il 21 gennaio, oltre ai momenti di festa prenatalizia che si svolgeranno, come di consueto, in tutte le classi». Qual è dunque il problema? Da dove nasce la “bufera mediatica”? Semplicemente da un “unico diniego” che «riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna». Una richiesta che cozza, confermano altri colleghi di Parma, con il fatto che la pausa dell’intervallo è fuori dalla didattica e che si tratta proprio di uno spazio dedicato alla socializzazione. Di tutti i bambini, al di là della fede religiosa. Nella stessa lettera il preside chiedeva alla Direzione dell’Ufficio regionale scolastico di valutare «l’opportunità di attribuire ad altro collega la reggenza dell’istituto». Naturalmente questa notizia, “Il preside lascia”, ha trovato ampio spazio, il resto no. [social_link type="twitter" url="http://twitter.com/dona_Coccoli" target="" ][/social_link]  @dona_Coccoli

Ma quanto è facile sui giornali “sparare” su un preside che “avrebbe vietato” addirittura la festa di Natale a scuola. Così facile che si esercitano un po’ tutti: a destra ci vanno a nozze, naturalmente, visti i tempi. È il Giorno a dare il la alla vicenda.  Lo racconta molto bene Valigia Blu che mette in fila la sequela dei fatti mediatici e tutte le reazioni. Matteo Salvini si scatena: si farebbe un favore ai terroristi. Matteo Renzi in persona scende in campo: «L’Italia intera, laici e cristiani, non rinuncerà mai al Natale». Ma anche in altre testate non si scherza. Il Fatto ci sguazza. Ancora oggi titola sul sito si legge: “Rozzano, festa di Natale vietata”. Michele Serra, che non è certo di destra, nella sua rubrica L’Amaca su Repubblica di ieri scriveva così: «Quando in una scuola pubblica si sceglie di non fare il presepe o di rinunciare ai canti di Natale per non urtare la suscettibilità dei non cristiani, non si fa torto solamente alle “nostre tradizioni”, come lamentano gli ultras dell’identità tradita. Si fa torto all’idea stessa della convivenza tra culture». E anche Concita De Gregorio questa mattina a Prima pagina su Radio Tre si è lasciata andare all’esaltazione della musica e dell’arte che superano tutte le culture e che non si possono vietare. Per carità, tutto giusto. Peccato che la notizia non era proprio questa. Si è “sparato” mediaticamente, ma la mira era sbagliata. Anzi, proprio il bersaglio non esisteva. Lo ha precisato un’ascoltatrice dello stesso programma condotto da Concita. Il preside Marco Parma dell’Istituto Comprensivo Garofani di Rozzano (Milano) non ha vietato nulla. Ed ecco che emerge la verità di un dirigente scolastico di un istituto di un centro abitato da moltissime famiglie di origine straniera, con cui, ha detto l’ascoltatrice, la convivenza è perfetta. Il preside sabato 28 novembre aveva pubblicato una lettera dal titolo “Natale e dintorni” sul sito della scuola in cui ripercorreva tutta la vicenda (qui). «In primo luogo, non ho mai fatto rimuovere crocefissi né dalle aule del Comprensivo Garofani né da quelle delle altre scuole che ho gestito e diretto nel corso di più di vent’anni di modesta carriera, per un motivo molto semplice: non c’erano». Non ha nemmeno «rimandato né cancellato nessun concerto natalizio né altre iniziative programmate dal collegio docenti e dal consiglio di istituto; mi sono, viceversa, adoperato per sostenerle: tanto il concerto del 17 dicembre dei ragazzi della secondaria quanto quello dei bimbi della primaria, in programma per il 21 gennaio, oltre ai momenti di festa prenatalizia che si svolgeranno, come di consueto, in tutte le classi». Qual è dunque il problema? Da dove nasce la “bufera mediatica”? Semplicemente da un “unico diniego” che «riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna». Una richiesta che cozza, confermano altri colleghi di Parma, con il fatto che la pausa dell’intervallo è fuori dalla didattica e che si tratta proprio di uno spazio dedicato alla socializzazione. Di tutti i bambini, al di là della fede religiosa.

Nella stessa lettera il preside chiedeva alla Direzione dell’Ufficio regionale scolastico di valutare «l’opportunità di attribuire ad altro collega la reggenza dell’istituto». Naturalmente questa notizia, “Il preside lascia”, ha trovato ampio spazio, il resto no.

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Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.