Il governo taglia direttamente e indirettamente. Le conseguenze? Gli italiani si curano sempre meno, oppure (sempre più) chiedono un prestito per farlo

Prestiti per la macchina nuova, per il cellulare nuovo, per le spese pazze. E, nel 4% dei casi, prestiti per la salute: impianti di ortodonzia per sé o per i figli gestione di terapie di lunga durata fino, anche, ai trattamenti di bellezza e operazioni di chirurgia estetica. Sono sempre di più gli italiani che, non avendo contanti, scelgono la strada del prestito personale per curarsi. Ce lo dice uno studio di Facile.it che, in collaborazione con Prestiti.it, ha esaminato più di 20mila richieste di finanziamento, presentate da giugno a novembre 2015.

La voce “spese mediche” raggiunge quasi il 3,82% delle motivazioni nelle richieste di finanziamento. Nello stesso periodo sono stati erogati più di 28mila prestiti a sostegno di pratiche estetiche o sanitarie, per oltre 340mila euro. Mediamente si tratta di un dipendente del settore privato, di 44 anni, che richiede un prestito personale di 6.600 euro, da restituire in 58 mesi, quasi 5 anni. e che può contare su uno stipendio medio di 1.500 euro. Una buona fetta, però, l’11% sono pensionati. Da evidenziare l’aumento sostanziale delle richieste da parte delle donne: normalmente circa il 75% delle richieste di prestito arrivano da uomini, quando parliamo di finanziamenti per le spese mediche il gap si riduce di parecchio e le donne rappresentano ben il 39% del campione analizzato. Le donne? Puntano a una cifra inferiore, 6.100 euro contro 6.900 euro, anche perché possono contare su uno stipendio medio di 1.200 euro mensili, contro i 1.700 degli uomini. Ovviamente, i numeri cambiano cambiando regione: in testa la Toscana e il Friuli Venezia Giulia (che superano il 6%), in coda Campania e Puglia dove la percentuale si assesta attorno al 2%.

A settembre il ministero della Salute, guidato da Beatrice Lorenzin, ha stilato la lista dei 208 esami “inutili”: estrazione e ricostruzione dei denti, radiologia diagnostica (incluse risonanze e tomografie), prestazioni di laboratorio (esame del colesterolo,  medicina nucleare) esami di genetica. Che costano ogni anno al Servizio sanitario nazionale circa 13 miliardi di euro. Questo è l’elenco:

E poi ci sono i tagli alla sanità e la legge di stabilità. Tagliando 4 miliardi  di budget alle Regioni, di fatto, li toglie alle strutture ospedaliere e alla salute, dal momento in cui oltre il 70% del bilancio delle Regioni è destinato alla sanità.

Intanto, aumenta il tasso di rinuncia a cure e prevenzione da parte dei cittadini. Rilancia l’allarme Federconsumatori: una parte crescente della nostra popolazione non sia più in grado di sostenere le spese per la salute. Le liste di attesa si fanno sempre più lunghe, i ticket e super ticket sempre più cari. Morale della favola: 15 cittadini su cento rinunciano a curarsi, si apprende dall’Ufficio Parlamentare di bilancio. Non rimane che rifugiarsi nella sanità privata, per chi può. E per chi non può ci sono sempre i prestiti personali.

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