Presentando gli undici decreti sulla pubblica amministrazione, Renzi è intervenuto anche sulle unioni civili, in arrivo al Senato. Ma senza esporsi, anche se i cattolici dem propongono il carcere per chi fa all'estero la gestazione per altri

Intervenendo alla conferenza stampa di presentazione degli undici decreti sulla pubblica amministrazione varati mercoledì notte dal consiglio dei ministri (tra cui c’è la stretta sui “furbetti” del badge), e prima di volare a Losanna per sostenere la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024, Matteo Renzi ha ribadito la sua posizione sulle unioni civili.

In particolare, rispetto alle ultime notizie sul dibattito parlamentare, il premier ha detto: «Il governo in questa vicenda non interviene ma rispetta il dibattito parlamentare». Dice «in questa vicenda», Renzi, perché sa bene che il suo governo ha abituato giornalisti e parlamentari a ben altri standard di interventismo. Non si spende dunque Renzi sul destino delle adozioni. Dice «una legge ci deve essere» e poi però aggiunge «ci sono dei punti delicati su cui le divisioni sono trasversali».

È notizia di queste ore, però, che sono i senatori cattolici del Pd ad aver proposto una nuova pena per chi ricorre alla gestazione per altri all’estero. Sarebbe così punito il genitore fino a 12 anni di carcere. Ma Renzi si dice «contento della qualità del dibattito», per lui «non si sono alzati muri».