Ecco perché l'apertura di Francesco ai matrimoni gay è un grande bleuff

Uno le cose le sa, le scrive da un decennio, le studia da più di vent’anni. Poi però la vita ti costringe ad ascoltare una pletora di gente sbandata (pure a sinistra) che quotidianamente si esercita a immaginare una presunta divisione tra Chiesa buona e chiesa cattiva, moderna o antiquata, chiusa o aperta. O peggio, talvolta la vita ti costringe a “convivere” con gente che ti guarda impietosita (perché tu non puoi capire la portata della rivoluzione…) che si esercita ad immaginare un Bagnasco cattivo e un Francesco buono. Una Chiesa che abbraccia tutti, il famoso “ospedale da campo” (in effetti simile alla nostra sinistra!) e una che le rema contro, che erge muri. Andrebbe Francesco al Family day? Aprirebbe Francesco ai matrimoni tra omosessuali? Banalmente equiparerebbe le unioni civili ai matrimoni? Quante ne avete lette? Da Melloni a Scalfari… quante?
NO. Ve lo dice di persona, papa Francesco. Senza grandi fronzoli, lapalissiamo come lo è la dottrina. Da secoli. Anzi dalle sue origini. «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». Il “mitico” Francesco nell’udienza alla Rota Romana per l’inaugurazione dell’anno giudiziario ha ribadito che «la famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al sogno di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità» ma che «coloro che per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa”.
Allora poche constatazioni, c’è una marea di gente che, per la Chiesa, vive in un stato di “oggettivo errore” che comunque è oggetto di amore misericordioso di Cristo, ma che però non è «famiglia voluta da Dio, indissolubile, unitiva e procreativa», e non è sogno di Dio e non salverà l’umanità. Punto e basta. Siete pregati di sprecare meno inchiostro sulla “rivoluzione” di Francesco.