La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del ministero della Difesa confermando il sequestro del Muos, il sistema militare di comunicazioni satellitari Usa realizzato nella riserva del Sughereto di Niscemi, secondo procura e Riesame sottoposta a vincolo di assoluta inedificabilità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del ministero della Difesa confermando il sequestro del Muos, il sistema militare di comunicazioni satellitari Usa realizzato nella riserva del Sughereto di Niscemi (Caltanissetta), secondo procura e Tribunale del riesame sottoposta a vincolo di assoluta inedificabilità. Per l’impianto di telecomunicazioni ad alta frequenza arriva dunque un nuovo stop dopo le polemiche dei giorni scorsi relative alle verifiche sull’impatto delle onde elettromagnetiche emesse dall’impianto. Verifiche rinviate perché dopo un rimpallo di comunicazioni tra prefetto nisseno e autorità locali è risultato impossibile garantire misure di tutela tali da prevenire eventuali danni alla salute dei cittadini di Niscemi nel corso dei test.

Resta dunque in vigore il fermo dei lavori di ultimazione dell’impianto, disposto con ordinanza il primo aprile dello scorso anno dal Gip di Caltagirone, che aveva giudicato illegittime le autorizzazioni concesse dalla Regione Siciliana, e confermato dal Tribunale del Riesame di Catania. Nei giorni scorsi il Comitato NoMuos ha confermato la preoccupazione per le procedure di verificazione disposte dal Consiglio di Giustizia amministrativa (Cga) per la Regione Siciliana, che dovrebbe pronunciarsi entro il 3 febbraio alla luce della relazione di cinque esperti le cui verifiche, però, sono state rinviate.

L’attenzione del comitato si appunta, tra l’altro, sulla documentazione antisismica relativa all’impianto, sugli strumenti di misurazione dell’Arpa «inviati per taratura alla ditta» e sulle incertezze relative alla sua potenza massima: inizialmente i documenti prodotti dalla Difesa Usa parlavano di 1.600 watt, ma l’ambasciata statunitense ha poi fatto sapere che la potenza «da considerare» è di 200 watt. Il combinato disposto di questi dati non chiari e dell’impossibilità di proteggere la popolazione – spiega i NoMuos – rende evidente un dato: nessuno può misurare l’impatto dell’impianto. A sostegno della loro tesi, i comitati ricordano le conclusioni dell’Istituto superiore di sanità nel rapporto del settembre 2013, che ha negato l’impatto negativo dell’opera ma auspicando una «costante sorveglianza sanitaria» sulla popolazione residente attorno all’impianto «in considerazione della natura necessariamente teorica delle valutazioni effettuate».