Pubblichiamo l'appello per la liberazione di Milagro Sala deputata al parlamento del mercosur e fondatrice del movimento Tupac Amaru di Jujuy è detenuta in argentina dal 16 gennaio

Accusata in un primo tempo di istigazione a delinquere e di attività sovversive, Milagro si è vista notificare in carcere una nuova accusa per frode nei confronti dell’amministrazione pubblica e uso improprio di fondi pubblici (per le cooperative di autocostruzione). Data la genericità della prima accusa, che non avrebbe giustificato il trattenimento di Milagro in carcere, il governatore della provincia, da sempre suo nemico, ha avuto il tempo per confezionare una nuova e più grave accusa. L’arresto di Milagro è espressione del nuovo clima politico dell’Argentina dopo la vittoria elettorale del presidente Macrì.
La prima imputazione ha avuto luogo dopo giorni di occupazione da parte dei membri delle cooperative della Piazza di Jujuy di fronte al Palazzo del Governo allo scopo di chiedere un dialogo per la continuità dei piani sociali e del lavoro delle cooperative. C’è infatti in atto una vera propria persecuzione delle cooperative costrette, tra le altre cose, a nuove pratiche burocratiche complesse e discriminatorie
L’Associazione TUPAC AMARU, fondata da Milagro Sala, è una organizzazione sociale nata per fronteggiare i devastanti effetti sociali della crisi del 2000. È stata capace di promuovere lo sviluppo economico e sociale della zona attraverso il lavoro cooperativo contribuendo significativamente al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. L’Associazione ha costruito – all’interno del Piano di Edilizia Popolare dei governi Kirchner – oltre 4 mila case popolari con il lavoro di 150 cooperative. Essa conta ormai qualcosa come 70 mila iscritti, in maggior parte indigeni. Oltre all’attività edilizia il movimento cooperativo è riuscito a creare sei fabbriche nella zona. Le risorse per questa colossale iniziativa hanno avuto all’origine i sussidi dei governi Kirchner che si sono succeduti nell’ultimo decennio, ma lo sviluppo è stato reso possibile anche e soprattutto da una oculata gestione collettiva e all’autocostruzione a prezzi molto contenuti. Il risparmio in tal modo ottenuto ha permesso di costruire anche strutture sanitarie gratuite – importantissime data la povertà della gente e la ristrettezza del welfare pubblico – un sistema scolastico dall’asilo all’università nonché centri sportivi e culturali. Tutto ciò ha dato vita a un forte senso di identità e di appartenenza per una popolazione svantaggiata a questo livello. La Tupac Amaru è riuscita a dare risposta ai bisogni e ai problemi sociali di questa popolazione e a dare dignità, diritti e riconoscimento anche per i “Pueblos originarios”. La valorizzare dell’identità indigena è stata una molla per il riscatto e la reciproca solidarietà.
Chi negli anni scorsi ha avuto la possibilità di vistare Jujuy e di osservare da vicino la realtà delle cooperative è rimasto impressionato dal successo della iniziativa e dell’avanzamento sociale della popolazione locale che ad essa è collegato. L’azione dell’associazione Tupac Amaru ha dato una risposta ai problemi e ai bisogni sociali elementari di migliaia di abitanti anche grazie a un criterio nuovo di distribuzione delle risorse. Fondamentale è stata l’azione di recupero anche di giovani marginali, che da una esperienza di devianza con entrata e uscita dalla galera si sono riscattati con il contatto con l’Organizzazione è riuscita a inserirli nel lavoro delle cooperative. Il rischio è tutto questo finisca o si ridimensioni drasticamente per effetto dell’attacco all’Associazione e alle cooperative
Nell’attuale quadro di avversione da parte del governo locale e nel nuovo clima neo-liberista si stanno tuttavia determinando nuove forme di solidarietà sia a livello nazionale e internazionale con appelli e prese di posizioni di intellettuali e politici sia a livello locale grazie alla rete di movimenti sociali e associazioni. Anche la Chiesa si è mossa con iniziative di mediazioni del vescovo Lozano e una messa nella Plaza de Mayo a Buenos Aires di Eduardo de la Serna dei Preti “en Opcion por los Pobres”.
Per questo ci uniamo anche noi al movimento di solidarietà per Milagro Sala e l’Associazione TA e chiediamo a tutti di esprimere la loro adesione.
Enrico Pugliese, Diana Mauri, Aldo Marchetti, Bianca Beccalli, Ota de Leonardis, Achille Mauri, Massimo Bricocoli, Elena Spinelli, Enzo Mingione, Danielle Mazzonis, Carlo Postiglione, Alberto Giasanti, Sigrid Kreidler, Yuma Martellanz, Maria Pace Ottieri, Hannes Wimmer, Orianne Castel