Un testo pubblicato due giorni fa e un'offensiva contro le politiche sui rifugiati, la riforma del lavoro e il metodo decisionista del premier Valls

«Troppo è troppo!» non è una frase leggera detta contro il proprio governo. Uscire dall’impasse è il titolo di un appello al vetriolo firmato tra gli altri dall’ex ministro all’economia e sindaco di Lille Martine Aubry. Assieme alla socialista, le firme di molti intellettuali e figure di primo piano dell’ambientalismo come ad esempio Daniel Cohn-Bendit, che in un’intervista a Liberation spiega di aver firmato per sottolineare l’importanza delle prese di posizione di Aubry sull’immigrazione – «È la prima politica francese importante a prendere una posizione decente».
Il lungo testo pubblicato da Le Monde è una dura requisitoria contro le politiche dell’esecutivo di Manuel Valls e contiene una richiesta di primarie. A quattordici mesi delle elezioni presidenziali, questa chiamata alle armi per la sinistra del partito e non solo è destinata a smuovere le acque della sinistra, destinata a una sconfitta sonante nel 2017 a meno di un cambio radicale di rotta.
Per adesso Holland – con lo stato d’emergenza, le modifiche alla costituzione e la riforma del diritto di cittadinanza – e il premier Valls, con la legge di riforma del mercato del lavoro in discussione non sono popolari e i sondaggi sono impietosi. «Non è solo il fallimento del quinquennio ad essere incombente, ma si rischia un indebolimento duraturo della Francia e, ovviamente, della sinistra», scrivono gli autori, alcuni dei quali, come l’ecologista Yannick Jadot o il sociologo Michel Wieviorka.

Nel testo si citano il patto con Medef, la confindustria francese, definita un passo falso, e poi ancora «lo sfortunato dibattito sulla privazione della nazionalità», le parole «indecenti» sui rifugiati pronunciate dal premier a Monaco di Baviera e la proposta di riforma del codice del lavoro.
«È tutta la costruzione delle relazioni sociali nel nostro paese che viene capovolta. Non saremo noi a farlo, non noi, non la sinistra!» scrivono i firmatari che concludono, «Cosa resterà degli ideali del socialismo se avremo, giorno dopo giorno minato i suoi principi?».
La risposta maligna degli uomini vicini a Hollande è stata: «Aubry non ha ancora digerito la sconfitta alle primarie del 2011». La destra ironizza.
La verità è che la sinistra francese è in enorme difficoltà e che questo appello, così come l’uscita dal governo di Taubira, proprio sulla questione della cancellazione della nazionalità, sono segnali di sofferenza. Il giorno dopo l’appello Aubry ha spiegato che no, la sua non è una reazione da sinistra antica e conservatrice: «Il mio progetto non è andare contro Hollande ma aiutare la sinistra. Non siamo passatisti e conservatori, la sinistra moderna siamo noi».

Cohn Bendit spiega che delle primarie comuni a sinistra sarebbero belle «se la si smettesse con l’idea che chi ha posizioni diverse dalle nostre è un sinistrorso superato o un liberale venduto». L’ex leader dei Verdi europei se la prende anche con la politica dei fatti compiuti del governo Valls, che, dice, non è disponibile a nessuna discussione sulle cose che propone.