Mentre l'Egitto si lecca le dita con i resti di Regeni, mentre Verdini ritocca la Costituzione, mentre ci anestetizziamo alla corruzione, mentre dilaga l'analfabetismo funzionale noi dovremmo comunque essere felici perché spremiamo il vino più buono del mondo

E niente, anche oggi Renzi ci ha detto che se l’Italia va male è colpa (anche) di quelli che ne parlano male. Sempre la stessa storia: i ristoranti pieni, i meridionali piagnoni, la mafia che ci rovina a parlarne, il rimboccarsi le maniche e il tutto andrà meglio se noi ce ne convinciamo. Ormai è una minestra scaldata per ogni stagione: chi non è almeno barzotto del semplice fatto di essere italiano è una franchigia che frena la crescita. Lo diceva Silvio, lo diceva Craxi, lo diceva Monti e ora lo sibila anche Matteo.

La narrazione sotto vuoto spinto pretende che nessuno sporchi l’ottimismo dell’ottimistatore e così mentre la cricca petrolifera si mangiava mezza sedia di un ministro, mentre la Rai si trasforma in pro loco di Cosa Nostra, mentre l’Europa spara ai profughi, mentre le banche ipotecano una generazione, mentre l’Egitto si lecca le dita con i resti di Regeni, mentre Verdini ritocca la Costituzione, mentre Napoli si sveglia con un morto al giorno, mentre (ancora) magistrati e politici si beccano con la leggerezza dei monelli giù in cortile, mentre ci anestetizziamo alla corruzione, mentre dilaga l’analfabetismo funzionale noi dovremmo comunque essere felici perché spremiamo il vino più buono del mondo.

E attenzione: sia lodato il vino e la bellezza e la bontà del Paese e siano lodate (laicamente) le tante intelligenze ma davvero è una buona mossa di marketing politico abbinare il vino alla disoccupazione? Davvero continuiamo a permettere a qualche abbindolatore guascone di decidere le priorità di un Pese? Ma non è un Paese al cloroformio quel Paese che decide l’agenda della stampa secondo le bizze dei suoi poteri? Possibile che un cin cin rimbombi più delle lacrime urlate di rabbia in aula dal padre di una vittima di mafia (e forse di Stato) come Vincenzo Agostino?

No, niente. Siamo stronzi noi che vorremmo scrivere di lobbisti al posto delle bollicine e che osiamo addirittura chiedere spiegazioni. Un pubblico ammaestrato: la cittadinanza più desiderata dalla classe politica è un popolo di elettori in batteria che applaudono fessi. È colpa nostra se non riusciamo a convincerci che tutto vada bene. Loro, eroici, governano nonostante noi. E l’ottimismo è il nuovo metadone: distribuito a sacchi per evitare disordini.

Buon martedì.