A Ballarò un gruppo di immigrati si è ribellato al pizzo. Per una volta hanno vinto sui prepotenti, mostrando di essere fortissimi

C’è un Paese con le fasce tricolori che inaugura vie, sale e monumenti. C’è un Paese per cui Giovanni Falcone è una tappa commemorativa obbligatoria tutti gli anni, come al Monopoli ogni volta che si passa dal via e si ritirano le ventimila lire. Parole e impegno che durano il tempo delle riprese dei telegiornali e poi si spandono in un effluvio di comunicati stampa tutti uguali, tutti gli anni, ogni anno.

Poi c’è una di quelle storie che ti viene da pensare che forse, a Falcone e Borsellino, avrebbero acceso un sorriso dello stesso sapore di quella foto di loro due che sorridono e che rimbalza dappertutto. Quando ridono, Falcone e Borsellino, hanno il sorriso luminosissimo di chi prende terribilmente sul serio il proprio mestiere: quel sorriso lì che fa il giro di tutta la faccia.

E l’alba di Ballarò, quartiere storico e maledetto di una Palermo impigliata tra i denti della mafia, ieri è stata un’alba da incorniciare, da farne un libro di storia: una decina di arresti tra gli esattori del pizzo nel quartiere. Soldatini prepotenti e scontati di una mafia che succhia la fragilità degli altri per farne sostentamento economico. In più le vittime questa volta non sono nemmeno italiane: commercianti arrivati dal Bangladesh che subiscono la violenza mafiosa con una punta di razzismo. Figurati se si ribellano ‘sti negri, avranno pensato questi quattro picciotti sgarrupati che vivono come zecche sulle schiene del lavoro degli altri.

E invece loro, “i negri”, si sono ribellati. E non solo: hanno denunciato. Con l’aiuto dei ragazzi di Addiopizzo hanno imparato in fretta le regole, le leggi, i diritti e i doveri.
E si sono presi il diritto di esercitare il dovere denunciare. Una rivoluzione. Mosche bianche, seppur dal Bangladesh. E mentre gli uomini della Squadra Mobile arrestavano i taglieggiatori nel blitz di primo mattino il quartiere ha scoperto che fidarsi dello Stato funziona.

Ieri a Ballarò i fragili per una volta hanno vinto sui prepotenti.
E i fragili hanno mostrato di essere fortissimi, più forti dei tanti “mimetizzati” che tacciono per non avere problemi. I perdenti per vocazione hanno sconfitto gli uomini d’onore e lo Stato ha fatto la sua parte. Chissà come ha sorriso, Falcone.

Buon martedì.