«Come scrittori siamo particolarmente sensibili all'uso delle parole e del linguaggio. E siamo consapevoli di quanto le parole possano essere distorte in nome del potere». Con questo incipit Sephen King, Dave Eggers, Amy Tan Junot Diaz, Cheryl Strayed e altri seicento scrittori americani hanno scritto una lettera aperta ai loro concittadini elencando tutte le ragioni che li portano a schierarsi  in opposizione a Trump, il candidato del partito repubblicano, che pensa di avere in tasca la nomination dei suoi per la Casa Bianca, specie dopo la vittoria nello Stato di Washington, dove ha preso il 76 per cento delle preferenze repubblicane. Nella lettera, pubblicata sul magazine online Literary Hub, autori di best seller come King e scrittori più di tendenza e molto amati dai giovani come Eggers (in Italia pubblicato da Mondadori e da Minimum Fax) prendono le distanze da Trump perché ha «volutamente fatto riferimento e accesso le tendenze più violente e più pericolose della xenofobia e del conservatorismo, fomentando il razzismo», perché « ha denigrato le donne e le minoranze». Scrivono anche che «la ricchezza o la celebrità non qualifica nessuno a parlare per gli Stati Uniti, a guidare il suo esercito, a mantenere le sue alleanze e a rappresentare il suo popolo». «Crediamo che una democrazia degna di questo nome si basi sul pluralismo, accetti il dissenso e cerchi il confronto attraverso  un dibattato argomentato» scrivono ancora King e gli altri, lasciando intendere che proprio questi aspetti fanno difetto al modo di condurre la campagna elettorale da parte di Trump, che più volte ha assunto posizioni razziste, maschiliste, guerrafondaie, fino alla recente uscita in cui sostiene che per debellare il dramma americano delle stragi nelle scuole, i docenti dovesso girare armati. Guardando al passato della storia americana  scrivono ancora:«Pensiamo che nella storia americana, nonostante periodi in cui hanno prevalso  nazionalismo e bigottismo, sia stato gettato il seme  di un grande esperimento: fare in modo che vivano insieme persone che vengono da contesti culturali differenti, senza metterli gli uni contro gli altri». La storia delle dittature, la storia della manipolazione e della divisione, della demagogia e delle bugie, in questo caso insegna . Dall'altra parte, scrivono le più importanti voci della letteratura americana di oggi, «c'è la giustizia, basata sulla ricerca della verità". Dall'altra parte c'è  la conoscenza, l'esperienza, la duttilità e la coscienza storica del proprio passato. caratteristiche  indispensabili in un leader». Ed ecco l'affondo finale, contro Trump: «Poiché si scaglia con violenza contro gli oppositori, blocca il dissenso, offende le minoranze e le donne, dobbiamo rispondere con forza segnalando il nostro rifiuto e dissenso totale». «Per tutte queste ragioni ci opponiamo in modo inequivocabile alla candidatura di Donald J. Trump alla presidenza degli Stati Uniti», conclude la lettera.

«Come scrittori siamo particolarmente sensibili all’uso delle parole e del linguaggio. E siamo consapevoli di quanto le parole possano essere distorte in nome del potere». Con questo incipit Sephen King, Dave Eggers, Amy Tan Junot Diaz, Cheryl Strayed e altri seicento scrittori americani hanno scritto una lettera aperta ai loro concittadini elencando tutte le ragioni che li portano a schierarsi  in opposizione a Trump, il candidato del partito repubblicano, che pensa di avere in tasca la nomination dei suoi per la Casa Bianca, specie dopo la vittoria nello Stato di Washington, dove ha preso il 76 per cento delle preferenze repubblicane.

Nella lettera, pubblicata sul magazine online Literary Hub, autori di best seller come King e scrittori più di tendenza e molto amati dai giovani come Eggers (in Italia pubblicato da Mondadori e da Minimum Fax) prendono le distanze da Trump perché ha «volutamente fatto riferimento e accesso le tendenze più violente e più pericolose della xenofobia e del conservatorismo, fomentando il razzismo», perché « ha denigrato le donne e le minoranze».

Scrivono anche che «la ricchezza o la celebrità non qualifica nessuno a parlare per gli Stati Uniti, a guidare il suo esercito, a mantenere le sue alleanze e a rappresentare il suo popolo».

«Crediamo che una democrazia degna di questo nome si basi sul pluralismo, accetti il dissenso e cerchi il confronto attraverso  un dibattato argomentato» scrivono ancora King e gli altri, lasciando intendere che proprio questi aspetti fanno difetto al modo di condurre la campagna elettorale da parte di Trump, che più volte ha assunto posizioni razziste, maschiliste, guerrafondaie, fino alla recente uscita in cui sostiene che per debellare il dramma americano delle stragi nelle scuole, i docenti dovesso girare armati.

Guardando al passato della storia americana  scrivono ancora:«Pensiamo che nella storia americana, nonostante periodi in cui hanno prevalso  nazionalismo e bigottismo, sia stato gettato il seme  di un grande esperimento: fare in modo che vivano insieme persone che vengono da contesti culturali differenti, senza metterli gli uni contro gli altri».

La storia delle dittature, la storia della manipolazione e della divisione, della demagogia e delle bugie, in questo caso insegna . Dall’altra parte, scrivono le più importanti voci della letteratura americana di oggi, «c’è la giustizia, basata sulla ricerca della verità”. Dall’altra parte c‘è  la conoscenza, l’esperienza, la duttilità e la coscienza storica del proprio passato. caratteristiche  indispensabili in un leader».

Ed ecco l’affondo finale, contro Trump: «Poiché si scaglia con violenza contro gli oppositori, blocca il dissenso, offende le minoranze e le donne, dobbiamo rispondere con forza segnalando il nostro rifiuto e dissenso totale».

«Per tutte queste ragioni ci opponiamo in modo inequivocabile alla candidatura di Donald J. Trump alla presidenza degli Stati Uniti», conclude la lettera.