Justin Trudeau ha cancellato il suo volo per Bruxelles, di fatto rimandando la firma del CETA. Ma il Ministero del commercio canadese ha anche fatto sapere che «il Canada rimane disponibile a firmare questo accordo chiave quando l’Europa sarà pronta». Insomma, una settimana dopo l’enfatico discorso di Paul Magnette in cui venivano ribaditi i motivi del “no” al trattato, la verità è che si sta negoziando a tutto spiano. La conseguenza? Non si può dare per fallito il CETA. Tecnicamente quello che manca è un accordo tra le varie componenti dello stato federale belga che permetta al Primo ministro, Charles Michel, di formulare una posizione unitaria a nome del Paese. Ieri, i rappresentanti delle istituzioni europee non avevano escluso una firma del testo per il 27 ottobre, ma Oliver Paasch, il rappresentante della comunità germanofona del Belgio, aveva già ribadito: «Sono sicuro che l’accordo non si firmerà giovedì». Cosa accade se Paul Magnette trova un accordo con gli altri leader regionali del suo Paese? A quel punto, come spiega Euractiv, «il teso dovrà tornare nelle mani degli ambasciatori dei 28 Paesi membri dell’Ue per poi, probabilmente, passare di nuovo al vaglio del Parlamento vallone». Intanto, la stampa europea è quasi tutta d’accordo: «La mancata firma mette a repentaglio l’immagine del nostro continente nel mondo». Eppure, qualche piccola voce fuori dal coro c’è. Ludwig Greven, su Die Zeit, scrive: «Se i Valloni riuscissero a migliorare l’accordo sull’arbitrato internazionale, nonché ottenere precisazioni sulla protezione delle industrie e dell’agricoltura del proprio Paese, non sarebbe poco». Poi aggiunge che, almeno per una volta, ci si potrebbe anche chiedere: «Se i Valloni sono riusciti a ottenere spiegazioni, chiarimenti e modifiche, perché gli altri parlamenti nazionali hanno accettato il testo come se nulla fosse? Perché non hanno voluto cambiare un testo complicato e poco trasparente? ».   Leggi anche: EuropaThe Irish TimesUna tassa unica europea sui profitti delle multinazionali? La Commissione europea vuole realizzarla entro il 2021 Regno UnitoPolitico -  Le prime indiscrezioni sul piano del Labour per lo UK post-Brexit: meno privatizzazioni, stop alla deregolamentazione  e più difesa dei diritti dei lavoratori Germania Die WeltIl candidato preferito dai tedeschi per il Cancellierato? Non è Angela Merkel, ma il socialdemocratico Walter Steinmeier

Justin Trudeau ha cancellato il suo volo per Bruxelles, di fatto rimandando la firma del CETA. Ma il Ministero del commercio canadese ha anche fatto sapere che «il Canada rimane disponibile a firmare questo accordo chiave quando l’Europa sarà pronta».

Insomma, una settimana dopo l’enfatico discorso di Paul Magnette in cui venivano ribaditi i motivi del “no” al trattato, la verità è che si sta negoziando a tutto spiano. La conseguenza? Non si può dare per fallito il CETA.

Tecnicamente quello che manca è un accordo tra le varie componenti dello stato federale belga che permetta al Primo ministro, Charles Michel, di formulare una posizione unitaria a nome del Paese. Ieri, i rappresentanti delle istituzioni europee non avevano escluso una firma del testo per il 27 ottobre, ma Oliver Paasch, il rappresentante della comunità germanofona del Belgio, aveva già ribadito: «Sono sicuro che l’accordo non si firmerà giovedì».

Cosa accade se Paul Magnette trova un accordo con gli altri leader regionali del suo Paese? A quel punto, come spiega Euractiv, «il teso dovrà tornare nelle mani degli ambasciatori dei 28 Paesi membri dell’Ue per poi, probabilmente, passare di nuovo al vaglio del Parlamento vallone».

Intanto, la stampa europea è quasi tutta d’accordo: «La mancata firma mette a repentaglio l’immagine del nostro continente nel mondo». Eppure, qualche piccola voce fuori dal coro c’è. Ludwig Greven, su Die Zeit, scrive: «Se i Valloni riuscissero a migliorare l’accordo sull’arbitrato internazionale, nonché ottenere precisazioni sulla protezione delle industrie e dell’agricoltura del proprio Paese, non sarebbe poco». Poi aggiunge che, almeno per una volta, ci si potrebbe anche chiedere: «Se i Valloni sono riusciti a ottenere spiegazioni, chiarimenti e modifiche, perché gli altri parlamenti nazionali hanno accettato il testo come se nulla fosse? Perché non hanno voluto cambiare un testo complicato e poco trasparente? ».

 

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