(Avvertenza: questo articolo è ironico. Satira, quella cosa lì. Non vi torna utile per sviluppare acredine di primo mattino mentre bevete il caffè e nemmeno per fare da colonna sonora alla Liberazione di qualche bilioso dalla parte opposta. Ecco. Detto questo iniziamo.) Io giuro che vorrei avere l'occasione di bere un caffè con Jim Messina, il super pagato e iper celebrato spin doctor di Matteo Renzi in questa campagna referendaria. L'unica persona che io conosca e che ne abbia avuto mai notizia che è riuscito a farsi dare qualcosa come 400.000 euro (la cifra non è mai stata confermata) per coniare slogan meravigliosi come il "se votate No vi tenete quello che c'è" (dimenticando che c'erano loro, c'era lui, Renzi, appunto) oppure il "se volete meno politici basta un sì" (stampato in un manifesto sei metri per tre pagato dal gruppo parlamentare, eh) o ancora "siamo in grande rimonta, sul filo di lana" sponsorizzato su tutti i social network possibili immaginari quando ormai gli scrutini erano quasi finiti. Giuro io vorrei stringergli la mano a uno così perché è la fotografia di come sia andata a fottersi la politica in questo Paese, tutta ritrita da slogan masticati pagati come se fossero vangeli. Nel 2016 Jim Messina ha fatto da consulente per arginare la Brexit (poi avvenuta), sostenere la Clinton (poi sconfitta) e sostenere Renzi e la battaglia per il Sì (che sappiamo com'è andata): Jim Messina è il rigore sbagliato nella finale di un campionato del Mondo che si ripete tutte le mattine, tutti i giorni, tutto il giorno. Ma ve lo immaginate, dico? Renzi che gli chiede cosa debba fare per sostenere il sì e lui che gli propone di aprire la porta finestra sul balcone e uscire in accappatoio a gridare "accozzaglia!". La Clinton che gli domanda cosa dire su Trump per neutralizzarlo e lui che le propone di dare del coglione a chi ha intenzione di votarlo (che poi qui dovrebbe anche pagare i diritti d'autore a un altro genio, ma si farebbe lunga...). Oppure David Cameron che ascolta il suggerimento di Messina nel ripetere all'infinito che l'Europa è la città più bella dopo Venezia in giro per il mondo. Grande Jim, davvero. Finché esistono guru così in queso mondo ci sarà sempre un posto libero per il Rondolino di turno. Davvero. Buon mercoledì.

(Avvertenza: questo articolo è ironico. Satira, quella cosa lì. Non vi torna utile per sviluppare acredine di primo mattino mentre bevete il caffè e nemmeno per fare da colonna sonora alla Liberazione di qualche bilioso dalla parte opposta. Ecco. Detto questo iniziamo.)

Io giuro che vorrei avere l’occasione di bere un caffè con Jim Messina, il super pagato e iper celebrato spin doctor di Matteo Renzi in questa campagna referendaria. L’unica persona che io conosca e che ne abbia avuto mai notizia che è riuscito a farsi dare qualcosa come 400.000 euro (la cifra non è mai stata confermata) per coniare slogan meravigliosi come il “se votate No vi tenete quello che c’è” (dimenticando che c’erano loro, c’era lui, Renzi, appunto) oppure il “se volete meno politici basta un sì” (stampato in un manifesto sei metri per tre pagato dal gruppo parlamentare, eh) o ancora “siamo in grande rimonta, sul filo di lana” sponsorizzato su tutti i social network possibili immaginari quando ormai gli scrutini erano quasi finiti.

Giuro io vorrei stringergli la mano a uno così perché è la fotografia di come sia andata a fottersi la politica in questo Paese, tutta ritrita da slogan masticati pagati come se fossero vangeli. Nel 2016 Jim Messina ha fatto da consulente per arginare la Brexit (poi avvenuta), sostenere la Clinton (poi sconfitta) e sostenere Renzi e la battaglia per il Sì (che sappiamo com’è andata): Jim Messina è il rigore sbagliato nella finale di un campionato del Mondo che si ripete tutte le mattine, tutti i giorni, tutto il giorno.

Ma ve lo immaginate, dico? Renzi che gli chiede cosa debba fare per sostenere il sì e lui che gli propone di aprire la porta finestra sul balcone e uscire in accappatoio a gridare “accozzaglia!”. La Clinton che gli domanda cosa dire su Trump per neutralizzarlo e lui che le propone di dare del coglione a chi ha intenzione di votarlo (che poi qui dovrebbe anche pagare i diritti d’autore a un altro genio, ma si farebbe lunga…). Oppure David Cameron che ascolta il suggerimento di Messina nel ripetere all’infinito che l’Europa è la città più bella dopo Venezia in giro per il mondo.

Grande Jim, davvero. Finché esistono guru così in queso mondo ci sarà sempre un posto libero per il Rondolino di turno. Davvero.

Buon mercoledì.