Le multinazionali stanno lasciando a casa i lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio e di tante altre fabbriche in Italia. Sono mesi che si parla di una legge ad hoc contro le delocalizzazioni, ma non accade nulla

A Campi Bisenzio ci sono i lavoratori della Gkn, finiti su tutti i giornali anche per merito dei loro avvocati che si vantano di essere bravi a far licenziare, ma le delocalizzazioni stanno lasciando a casa molti altri, a Napoli, Monza, Asti, Bologna. Della legge contro le delocalizzazioni il governo Draghi ha cominciato a parlarne mesi fa, era il tempo in cui il tribunale aveva dato ragione ai lavoratori della Gkn e tutti eravamo d’accordo che servisse una legge perché i diritti vanno difesi alla fonte, dalla politica, mica solo dai giudici.

Perfino il ministro Giorgetti aveva espresso una pelosa solidarietà a quel tempo ma poi si è perso il decreto, deve averlo infilato da qualche parte. Perché di proposte sul tavolo ce ne sono, eccome. C’è la legge elaborata proprio dai lavoratori Gkn con dei giuristi – che appartengono alle associazioni Giuristi Democratici, Comma Due, Telefono rosso – depositata al Senato con prima firma di Matteo Mantero di Potere al Popolo! e depositata alla Camera con le prime firme di Yana Ehm del Gruppo Misto e Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.

Questi disegni di legge puntano però a superare un’altra iniziativa di cui ormai non parla nessuno: le proposte scritte dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e dalla viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde all’interno di un Decreto che era finito già ad agosto nelle mani di Draghi e di cui non se ne sa più niente. Rimangono solo le solite parole incendiarie del presidente di Confindustria Bonomi (che ovviamente disse «vogliono colpire le imprese» preoccupato che l’Italia sia superata dagli altri Paesi che hanno più coraggio a trattare da schiavi i lavoratori) e i dubbi del leghista Giorgetti. Fantastico Giorgetti: una vita a esprimere dubbi sulle iniziative dei suoi alleati di governo scordandosi sempre di avanzare una controproposta per trovare una mediazione.

Ieri il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano l’ha detto chiaramente: «Il riavvio delle procedure di licenziamento alla Gkn dimostra che non basta un giudice, servono nuove norme per riaffermare la responsabilità sociale delle imprese contro le delocalizzazioni selvagge. C’è una bozza, si approvi con urgenza. Il Partito Democratico è pronto. Chi è contro, lo dica chiaramente. Altrimenti, la solidarietà da parte della politica suona come un’insopportabile ipocrisia».

Ovviamente le posizioni sono diverse: qualcuno giudica la proposta Orlando-Todde troppo morbida se non addirittura inefficace e altri ritengono che le proposte che vengono da sinistra difficilmente supererebbero l’iter parlamentare che sarebbe troppo lungo oltre che ostico. Ma tutto questo appartiene a una fase già secondaria. Qui manca proprio il primo passo, qualcosa di cui discutere.

Francamente non stupisce che “il governo del fare” non riesca a cominciare a fare per i lavoratori. Quindi la domanda sorge spontanea: che ci rimangono a fare, al governo?

Buon giovedì.

Nella foto: protesta dei lavoratori Gkn, Roma, 7 ottobre 2021

 

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.