Il “bilancio nullo” del semestre italiano. E i nuovi problemi dell’Europa tra un Obama dimezzato, l’espansionismo di Putin, il caos libico e il Medio oriente. L’analisi del direttore di Limes Lucio Caracciolo.

I risultati conseguiti dall’Italia nel suo semestre di presidenza dell’Unione europea? «Praticamente nulli». La disfatta di Obama nelle elezioni di midterm e l’afasia politica dell’Europa sullo scenario internazionale? «Tutto lascia immaginare per il prossimo futuro ulteriore instabilità e conflitti. A meno che…». è un’intervista a tutto campo quella concessa a Left da Lucio Caracciolo, tra i più autorevoli analisti di politica estera italiani, direttore della rivista di geopolitica Limes.

Partiamo dalla disfatta elettorale dei Democratici e, in particolare, del Presidente Obama nelle recenti elezioni di midterm. Quali ricadute questo voto potrà avere nel modus operandi sullo scenario internazionale dell’inquilino della Casa Bianca negli ultimi due anni del suo mandato presidenziale?

Il Presidente può avere due reazioni opposte: la prima può essere che Obama accentui ulteriormente il suo tono profetico, nella consapevolezza che nulla di ciò che dice si avvererà. La seconda, che accentui il suo tono filosofico, che si riassume nell’invidia per i leader cinesi, che si occupano serenamente di casa loro e per il resto sognano la pietrificazione internazionale. In ogni caso, l’unico modo in cui Obama potrà agire d’ora in poi è per decreto.

Faccia un esempio…

Poniamo che, per un miracolo, si raggiunga un accordo con l’Iran sul nucleare. A questo punto il Congresso, in mano ai Repubblicani, non abolirà le sanzioni contro Teheran, ma Obama potrà sospenderle per un anno, grazie ai suoi poteri presidenziali. Sarebbe un atto di grande coraggio che implicherebbe uno scontro frontale con il Congresso repubblicano.

Un’“anatra zoppa” alla Casa Bianca potrebbe aprire nuovi spazi di iniziativa sullo scacchiere internazionale all’Europa. E comunque, quali rapporti è possibile ipotizzare nei due anni di fine mandato tra il presidente Usa e la Ue?

L’interesse di Obama per l’Europa mi sembra limitato a impedire due cose: il collasso dell’euro, che inevitabilmente avrebbe riflessi sull’economia globale, e il ritorno di potenza della Russia. Mi pare che per ora questa doppia politica faccia leva sul contenimento della Germania. Riguardo all’euro, ciò significa Draghi contro i falchi della Bundesbank. Sul piano del contenimento della Russia, i fatti ucraini dovrebbero per ora tranquillizzare Obama, anche rispetto all’allineamento germano-russo che resta inaccettabile dal punto di vista americano.

Restando all’Europa, quale risultato è possibile tratteggiare del semestre di presidenza italiano dell’Unione europea?

Un risultato nullo, se non un forte risentimento da parte della Commissione europea e degli “eurocrati” nei confronti di Renzi e dell’Italia. In questo semestre, non si ricorda una singola iniziativa italiana di qualche rilievo, salvo gli insulti a Juncker e ai suoi “burocrati”. Il fatto curioso è che alla fine dei conti, però, tendiamo sempre a seguire le raccomandazioni di quella banda di “burocrati.

l’intervista integrale su left in edicola da sabato 15 novembre