Esasperati da una politica cieca che non dà più speranze. Autorganizzati e ribelli, i giovani palestinesi ora fanno da sé. E preoccupano sia Israele che Hamas.

Non ha la dimensione popolare della prima Intifada, la “rivolta delle pietre” del 1987, né la tragica dimensione della seconda Intifada, quella dei kamikaze. La “terza Intifada” è l’Intifada «dei coltelli, delle asce, delle auto». Intifada dei cani sciolti, dei lupi solitari palestinesi che Hamas cerca di cavalcare, esaltando i nuovi shahid (martiri).

È l’Intifada che assomiglia sempre più a una faida, fatta di rapimenti finiti nel sangue, di ragazzi bruciati vivi per ritorsione; una faida che tende ad avere l’inquietante dimensione di una guerra di religione con moschee e sinagoghe trasformate in campi di battaglia. È anche l’Intifada dei social network, l’Intifada che veicola se stessa con la musica o le vignette. «Investi un bimbo di 2 mesi, investi i coloni, trasforma la strada in una trappola, per Al Aqsa, investili, investili», ritma in una canzone il duo pop palestinese Anas Garadat e Abu Khaya.

Si moltiplicano vignette sui media e sui siti palestinesi. Una, ad esempio, ritrae la scritta araba “Das” (investire) mentre attraversa una strada di Gerusalemme ad alta velocità, evocando la similitudine con la parola “Daish”, acronimo di Isis. È l’Intifada di una generazione cresciuta accerchiata da un Muro che si dipana per oltre 752 chilometri, il cui tracciato corre per l’85 per cento all’interno del territorio palestinese della Cisgiordania e solo per il 15 per cento a ridosso della linea di frontiera. Filo spinato. Cemento. Acciaio. Sensori ottici. Fossati.

La speranza non cresce, e come potrebbe, sotto l’ombra del Muro dell’apartheid. È l’Intifada di quanti sono immersi in una quotidianità fatta di umiliazioni e imposizioni e che sanno, perché lo vivono sulla loro pelle, che la colonizzazione incessante dei Territori da parte di Israele rende improponibile la tanto declamata pace fondata sulla soluzione a “due Stati”. Perché nella Cisgiordania colonizzata non c’è spazio per uno Stato palestinese degno di questo nome.

I “lupi solitari” non sono conosciuti dai servizi di sicurezza israeliani, Shin Bet (interno) e Mossad (estero). Nel loro passato non c’è traccia di azioni “esemplari”.

l’articolo integrale su left in edicola da sabato 22 novembre 2014