Più che portatore di un nuovo corso è il simbolo di un mondo politico che, mentre dice di guardare avanti, torna indietro. Inghiottito dalla “grande balena bianca” che segnò la storia non troppo encomiabile della Prima Repubblica.

Autorevolezza, esperienza, con una storia personale limpida. Un uomo con la schiena dritta, un fine conoscitore del sistema, un politico come pochi, una figura stimabile insomma, e, da non sottovalutare, in grado di unire il Pd. Queste le peculiarità che il premier Matteo Renzi sta spendendo per caldeggiare la candidatura di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.

Tuttavia l’elezione non avverrà certo entro i primi 3 scrutini. Nonostante l’ampia convergenza sul nome, raggiunta all’ultimo minuto anche grazie al favore di Sel, il quorum fissato è ancora troppo alto. Renzi spera nell’elezione al Quarto scrutinio, dove per raggiungere il quorum basta una maggioranza assoluta (metà dei voti più uno). Secondo i pronostici sarebbero almeno 582 i grandi elettori, tra Pd, Sel, Gal, Scelta Civica e autonomi, pronti a garantire il sostegno al premier alla quarta votazione sul nome di Mattarella. Al momento non convergono sul nome dell’ex ministro Dc: Silvio Berlusconi e Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Lega Nord. M5S pur continuando a votare Imposimato, valuterà una convergenza sul nome alla quarta votazione.

Perché a Berlusconi e Ncd non è gradito il nome di Mattarella?

Nonostante entrambi i partiti dichiarino indubbia la validità del nome, Forza Italia e Ncd si ostinano a ribadire che c’è un disaccordo sul metodo con il quale è stato scelto Mattarella. Un metodo tutto renziano che non ha considerato le preferenze dei due partiti di centrodestra, orientati su Amato e Finocchiaro, per non spaccare il Pd, piuttosto che mantenere saldo il Patto del Nazareno fortemente inviso alla minoranza democratica. Un’altra ragione di questa “antipatia Quirinale” va ripescata nella legge Mammì con cui di fatto nel 1990 si regolarizzò l’esistenza delle tre reti televisive berlusconiane, favorendo il gruppo Fininvest. L’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti pose la fiducia sull’approvazione della Legge Mammì, ma la reazione di parte del Governo fu immediata e 5 ministri della sinistra Dc si dimisero dall’incarico. Tra loro il probabile futuro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Mattarella potrebbe essere l’uomo giusto?


Sicuramente per il grande pubblico ha l’aura di una figura autorevole, del politico per bene, pulito. Mattarella (classe 1941) fratello di Piersanti, assassinato da Cosa Nostra quando era presidente della Regione Sicilia, si affaccia al mondo della politica giovanissimo, entrando a far parte della Gioventù studentesca dell’ Azione Cattolica. Ben presto diventa uno dei protagonisti della nascita della Dc, ricoprendo ruoli importanti e di prestigio fin dal governo Moro del 1966, e divenendo più volte ministro nei governi a guida democristiana, come il padre Bernardo. Oltre alla firma sulla legge elettorale, il famoso mattarellum, ricordiamo quando da ministro della Difesa, correva l’anno 2000, abolì la leva obbligatoria. Sicuramente per la lunghissima carriera politica può essere considerato un fine conoscitore della macchina statale.

Eppure quello di Sergio Mattarella non è un nome conosciuto e stimato all’estero e tanto meno è un nome di rottura. Più che portatore di un nuovo corso infatti, sembra essere il simbolo di un mondo politico che, mentre dice di guardare avanti, torna indietro. Inghiottito dalla “grande balena bianca” che segnò la storia non troppo encomiabile della Prima Repubblica.

Perchè Renzi ha scelto Mattarella?

Mattarella è stato definito “una presenza politica sempre all’insegna della discrezione”. I maligni potrebbero pensare che, oltre all’indubbio background politico culturale comune, per il Premier questa sia una ragione sufficiente per puntare tutto sull’ex ministro siciliano.

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