La buona idea di Pierpaolo Farina e Francesco Moiraghi è quella di mappare clan e Comuni sciolti per infiltrazioni criminali, ricordare le storie di omicidi e stragi, ma anche dare visibilità a chi oggi li combatte tutti i giorni sul territorio, rilanciando direttamente le iniziative e gli eventi.

Loro si occupano di noi tutti i giorni. È ora di ricambiare l’attenzione». Loro chi? I mafiosi. A sostenerlo sono Pierpaolo Farina e Francesco Moiraghi, due giovani che hanno lanciato il progetto MafiaMaps: l’applicazione per mappare il fenomeno mafioso in Italia, a portata di click, sullo smartphone e sul tablet.

È così che i fondatori di Wikimafia – l’enciclopedia digitale sul crimine organizzato, fondata proprio da Farina e Moiraghi – intendono “ricambiare l’attenzione”: mappare clan e Comuni sciolti per infiltrazioni criminali, ricordare le storie di omicidi e stragi, ma anche dare visibilità a chi oggi li combatte tutti i giorni sul territorio, rilanciando direttamente le iniziative e gli eventi.

Quello che ha in mente il team di Wikimafia sarebbe il più grande database sulla criminalità organizzata progettato finora, in grado di supportare ricerche avanzate in modo semplice e veloce. E in qualunque parte d’Italia.

Per la sua realizzazione, il 21 marzo 2015 – giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime delle mafie – è partita la campagna di crowdfunding per finanziare l’app. La raccolta fondi durerà fino al 23 maggio 2015, giorno del 23esimo anniversario della strage di Capaci. La campagna, lanciata sui social network con l’hashtag #mappiamolitutti, si pone l’obiettivo di raccogliere 100.000 euro, ma il progetto partirà anche con una cifra più bassa. Per la primavera del 2016 si prevede già una prima versione dell’applicazione.

Perché sostenere MafiaMaps? Perché aveva ragione Paolo Borsellino, sono sicuri Farina e Moiraghi, quando diceva che «lo Stato può cambiare se la società civile prende coscienza di se stessa e delle sue potenzialità. Se il cittadino non aspetta che dall’alto arrivi qualche cambiamento ma si adopera per trasformare».

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