In che modo riusciranno a mobilitarsi le energie sociali che hanno aderito e aderiranno alla coalizione anche in vista della prossima assemblea nazionale in autunno”? E in che misura la coalizione sarà capace di influenzare le dinamiche politiche nazionali? Nessuno lo sa per certo. Quel che è certo è che oggi un percorso è iniziato. Autentico e popolare. Giusto.

Via dei Frentani, Roma 7 giugno 2015. Qui, oggi, qualcosa è accaduto. Il soggetto “coalizione sociale” è finora sfuggito ai più. Concetto indefinibile, prima di oggi forse incomprensibile, perché non riducibile ad esatte definizioni logiche ma “semplice Idea”. Idea originata dall’esperienza della persona che l’ha concepita: Maurizio Landini.

Cosa è successo oggi in Via dei Frentani?

Si è discusso per due giorni, i temi tanti, dai Saperi e la conoscenza, alle città. Al centro la necessità di tornare a occuparsi dell’interesse generale nello spazio pubblico. Quello spazio pubblico che da tempo, semplicemente, non interessa più alla politica istituzionale. Prima Lorenza Carlassare, poi Stefano Rodotà hanno spiegato magistralmente come la finalità sia quella di ricostruire uno spazio sociale che poi arriva a produrre voti di sinistra. Uno spazio bene comune in cui nessuno viene lasciato solo.

Rodotà si è soffermato sulle vicende di Mafia capitale per spiegare come queste non siano solo una questione di corruzione, ma il segnale forte di una dissoluzione dello Stato. Continuamente messo sotto attacco. Svilita la partecipazione dei cittadini attraverso tutta una serie di leggi anticostituzionali, come afferma la costituzionalista Carlassare, dall’Italicum al Jobs act, fino al Ddl della Buona scuola. La partecipazione legittima della società viene negata e poi destrutturata quotidianamente. Renzi, dicono, ha abbracciato in pieno il credo thatcheriano: “La società non esiste”.

A tutto questo, Rodotà contrappone l’aspettativa che emerga una “creatività sociale” in grado di riequilibrare i poteri democratici che il governo sistematicamente tenta di accentrare.

 

Quando, alla fine, prende la parola Landini l’aspettativa è palpabile. L’idea di coalizione sociale è sua. «Non possiamo continuare a prendercela col “cattivo” di turno: di cosa finora non ci siamo accorti? In cosa, noi, abbiamo sbagliato?», si chiede il segretario Fiom.

In cosa abbiamo sbagliato? L’interrogativo è potente, chiama in causa tutti, nessuno escluso.

In che modo riusciranno a mobilitarsi le energie sociali che hanno aderito e aderiranno alla coalizione anche in vista della prossima assemblea nazionale in autunno”? E in che misura la coalizione sarà capace di influenzare le dinamiche politiche nazionali? Nessuno lo sa per certo. Quel che è certo è che oggi un percorso è iniziato. Autentico e popolare. Giusto.

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