Dopo le tensioni con la Francia, con l’Austria e con la Grecia (dove, per la verità, a rispedire indietro i richiedenti è l’Italia), e dopo il muro annunciato dall’Ungheria di Orbán, adesso è il turno della Svezia.

La Svezia applicherà il Regolamento Dublino a chi proviene dall’Italia, rispedendo indietro anche le famiglie con bambini. Il Migrationsverket (l’ufficio nazionale per l’immigrazione svedese) non ha dubbi: le famiglie potranno essere rinviate in Italia secondo il Regolamento Dublino anche in assenza di garanzie specifiche sulla loro accoglienza.

Dopo le tensioni con la Francia, con l’Austria e con la Grecia (dove, per la verità, a rispedire indietro i richiedenti è l’Italia), e dopo il muro annunciato dall’Ungheria di Orbán, adesso è il turno della Svezia. Stoccolma ritiene superato un principio affermato dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) all’articolo 3 (proibizione della tortura). Principio peraltro ribadito dalla Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo, che con la sentenza del 4 novembre 2014, nel caso Tarakhel contro Svizzera, aveva condannato (14 favorevoli contro 3) le autorità svizzere per aver disposto l’espulsione verso l’Italia dei ricorrenti (in applicazione del Regolamento “Dublino II”), senza aver ottenuto dalle autorità italiane preliminari garanzie circa il trattamento che a essi (richiedenti asilo di nazionalità afgana) dovrebbe essere riservato in relazione al mantenimento dell’unità familiare e della minore età dei figli.

 

campo rifugiati in Svezia

 

Il Regno di Svezia – una monarchia costituzionale guidata da Carlo XVI Gustavo, attualmente governata dai socialdemocratici del primo ministro Stefan Löfven – nel 2014 è stata la seconda meta più ambita dai richiedenti, dopo la Germania, nei primi tre mesi del 2015, scivola al quinto posto per richieste ricevute. Sulle 185.000 richieste di asilo ricevute dall’Unione europea (+86% sullo stesso periodo del 2014), la Svezia ne registra 11.400 richieste (il 6%), con un calo del -41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (In testa sempre la Germania (73.100, 40%), seguita da Ungheria (32.800, 18%), Italia (15.200, 8%) e Francia (14.800, 8%).

I numeri, però, se non letti bene possono essere bugiardi. Il rapporto tra richiedenti e popolazioni infatti, L’Europa che ha ricevuto nel 2014 626.065 richieste ed è popolata da 500 milioni di europei.

L’Italia, che sempre nel 2014 risulta tra i primi tre Paesi con più richiedenti, dopo Germania e Svezia, nel rapporto tra abitanti e richiedenti è sotto la media Ue (1,1 contro 1,2). Ed è proprio nel rapporto alla popolazione, infatti, che la Svezia scala classifica e raggiunge il primo posto: 8,4 richiedenti ogni mille abitanti. (contro i 2,5 della Germania e il già detto 1,1 dell’Italia).

Forse questa pressione ha indotto gli svedesi a guardare l’Italia con occhi diversi e trovarlo un Paese migliorato al punto da rispedirne indietro persino i minori?

Il parere dell’ufficio immigrazione, infatti, motiva così la sua scelta. Per la Svezia la sentenza della Corte sopra citata riguardava la situazione in Italia nel 2011, ma oggi – sono sicuri gli svedesi – grazie all’aiuto dell’Ufficio europeo di asilo (Easo), l’Italia ha adottato una serie di misure per aumentare la capacità e migliorare le condizioni del sistema di ricezione.

Le autorità italiane, quindi, soddisfano i requisiti della Corte europea e le garanzie attualmente fornite sono sufficienti a trasferire famiglie con bambini senza che siano necessarie altre misure. In tema di accoglienza, insomma, siamo un Paese da Nobel. E se lo dicono gli svedesi.

 

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