Le foto delle commemorazioni a 20 anni dal massacro di Srebrenica in ex-Jugoslavia.

 

Cosa è successo? L’11 luglio 1995 a Srebrenica (Bosnia, ex-Jugoslavia) oltre 8000 musulmani bosniaci maschi, adulti, anziani e bambini, dai 12 ai 77 anni, sono stati massacrati dalle truppe serbo bosniache del generale Ratko Mladic e dalle «Tigri di Arkan», una milizia paramilitare guidata da Željko Ražnatović, e sepolti in fosse comuni.
All’epoca Srebrenica era zona protetta, sotto la tutela delle Nazioni Unite e in particolare delle truppe olandesi, questo non impedì ai serbo bosniaci di assediare la città, entrarvi e compiere quello che è considerato «il più feroce massacro in Europa dai tempi del nazismo». Quell’11 luglio 1995 i 600 caschi blu dell’ONU di istanza in città e le tre compagnie dell’esercito olandese Dutchbat I, II, III non intervennero: motivi e circostanze non sono ancora stati del tutto chiariti.
Ancora oggi non si conoscono tutti i responsabili dell’eccidio.
Il Tribunale istitutito presso le Nazioni Unite per giudicare i fatti accaduti durante il conflitto jugoslavo (ICTY) ha condannato per ciò che è avvenuto nella città bosniaca: Ratko Mladić, Arkan Željko Ražnatović e altri ufficiali serbi, la maggior parte dei quali è ancora latitante. L’accusa è per diversi crimini di guerra tra cui genocidio, persecuzione e deportanzion. Nonostante l’emergere di quanto accaduto nel luglio del 1995 il Tribunale ha respinto la richiesta di indennizzo a favore dei sopravvissuti a Srebrenica, stabilendo che lo Stato Serbo non può essere ritenuto direttamente responsabile per genocidio e complicità per i fatti accaduti nella guerra civile in Bosnia-Erzegovina dal 1992 al 1995, e che quello che avvenne fu un genocidio ad opera di singole persone in quanto «non vi sono prove di un ordine inviato esplicitamente da Belgrado».
Un’inchiesta del giornale britannico The Observer ha rivelato, sulla base di alcuni documenti declassificati, dettagli rimasti fin ora sconosciuti che denunciano reticenze e gravi responsabilità di Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e delle stesse Nazioni Unite.
Anche se: «Non si può affermare che le potenze occidentali, i cui negoziati portarono alla caduta di Srebrenica, fossero a conoscenza dell’entità del massacro che sarebbe seguito»

I trattati che avrebbero posto fine alla guerra in Bosnia arrivarono 4 mesi più tardi.

Gli agghiaccianti racconti dei superstiti sono stati raccolti da Mimmo Lombezzi e pubblicati su Left n. 19

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Veneta classe 1986, vivo a Roma, prima a Firenze. Vedo il mondo come un'immensa wunderkammer e cerco di raccontarla. Su Left scrivo di piccoli e grandi schermi, musica, social e feticci da nerd, ma soprattutto di persone e società che cambiano. Se stesse e (qualche volta) il mondo.