A pagina 3 dell'edizione internazionale del New York Times di oggi compare, poi ripreso dall’edizione statunitense, un reportage sull'incuria e l'abbandono della Capitale. Il quotidiano evidenzia il degrado dei quartieri storici, ostaggio di spaccio, buche, erbacce e rifiuti, ma difende Ignazio Marino definito «a virtous mayor».

Sulla prima pagina dell’edizione internazionale del New York Times di oggi compare, poi ripreso dall’edizione statunitense, un reportage sull’incuria e l’abbandono della Capitale che titola: «A virtous mayor versus Rome’s vice» – «un sindaco virtuoso contro il vizio di Roma» – e continua: «Il sindaco è senza macchia, ma questo è sufficiente per fermare il declino della città eterna?».
Il pezzo, firmato da Gaia Pianigiani, racconta le difficoltà di Marino, descritto come un “Forrest Gump” assediato da pressioni politiche e da oggettive problematiche nel gestire la Capitale che sembra in tutto e per tutto in preda a una crisi che secondo la corrispondente del Nyt è prima di tutto morale.

 

Il quotidiano evidenzia infatti il degrado dei quartieri storici, ostaggio di spaccio, buche, erbacce e rifiuti. Soprattutto fa del paesaggio un segno premonitore di quel che accade nei palazzi del potere: «L’erba in alcuni parchi pubblici ondeggia alta fino al ginocchio. Il personale di servizio della metropolitana scontento ha rallentato il servizio che ora corre praticamente a passo d’uomo. Un incendio ha reso il più grande aeroporto della città affollatissimo e caotico. Gli arresti di funzionari pubblici si accumulano, rivelando diffuse infiltrazioni criminali all’interno del governo della città.Tutto questo si aggiunge a quello che i Romani chiamano “degrado” – il degrado dei servizi, degli edifici e del loro tenore di vita – e al senso generale che la loro antica città, anche più del solito, stia cadendo a pezzi».

La cronista del Nyt assolve però il sindaco Marino: «Un ex chirurgo la cui integrità rimane senza macchia». Un puro insomma, proprio per questo incapace di reagire a questa Roma abituata a giochi di potere cinici e complessi e resa impermeabile al cambiamento da un lasseiz fair, culturalmente diffuso, che rende impossibile rimettere in piedi la Città.Acquista «I romani – scrive infatti la Pianigiani – sono noti per il loro cinismo per quanto riguarda la politica, quanto per la loro rassegnazione di fronte a servizi antiquati e alla burocrazia che si espande a macchia d’olio».

Quello che sicuramente non può essere negato è che per quanto riguarda la criminalità in effetti anche i dati più recenti sembrano dar ragione alla testata newyorkese nel descrivere Roma come un mondo allo sfascio. Un’indagine effettuata dall’ossevatorio sulla Criminalità regionale in collaborazione con l’Eures pubblicata questo febbraio ha messo in evidenza infatti un incremento di furti e rapine nel Lazio ( si passa da 192mila circa a 201.800). A Roma inoltre, con 276.500 reati, si compie ben l’83% dei crimini dell’intera Regione, con un indice di rischio pari a 66,2 reati ogni mille abitanti (mentre nel Lazio si attesta attorno al 58,3).
Dello stato di salute di Roma Left si è occupato in un numero speciale, all’interno del quale sei esperti hanno espresso le loro diagnosi sui mali della Capitale. Ora siamo in attesa di una cura.

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