Una guida alle assunzioni della buona scuola

Ecco una guida per districarsi nel capitolo delle assunzioni della legge 107 (Buona scuola), fra insegnanti “deportati” ed esclusi e i posti disponibili.

Chi sono i precari della scuola

I precari della scuola sono insegnanti dotati di laurea e abilitazione che hanno avuto negli ultimi 15 anni ripetuti incarichi da parte degli uffici regionali o fino al 30 giugno (in maggioranza) o fino al 31 agosto. Sono divisi in gruppi o fasce. I più antichi sono quelli delle GAE (graduatorie ad esaurimento) di cui fanno parte gli abilitati o vincitori di concorso fino al 2008, poi ci sono i vincitori del concorso 2012 e infine gli abilitati tramite i vari corsi che si sono tenuti negli ultimi anni (seconda fascia). In base a calcoli sindacali i docenti che nel 2014/15 hanno avuto incarichi di supplenza annuali o fino a giugno sono stati circa 140.00. Questo fenomeno tipicamente italiano deriva dal fatto che molti posti non vengono considerati dal Miur cattedre a disposizione per le assunzioni a tempo indeterminato. In questo modo lo Stato ha risparmiato in questi anni milioni di euro perché questo personale viene pagato ogni anno con lo stipendio iniziale e per la maggioranza di questi per soli 10 mesi: dal 1 settembre al 30 giugno.

Chi sono gli assunti previsti dalla legge 107

La legge prevede l’assunzione dei soli precari delle GAE e del concorso 2012, per un totale di 102.000 persone. Sono stati esclusi i docenti pur abilitati di seconda fascia anche se hanno insegnato in questi anni e le maestre di scuola dell’infanzia. Il vero senso di tutta l’operazione è stato quello di evitare le sanzioni conseguenti alla sentenza della Corte di giustizia europea del novembre scorso che ha stabilito l’obbligo di assunzione per chi ha lavorato più di 36 mesi, ma cercando di spendere il meno possibile. Sono stati mantenuti i posti in organico previsti dalla legge 133 (Gelmini) confermando i tagli di ore di lezione, di materie e pertanto di personale allora introdotti, pari a circa 10 miliardi. Rimangono pertanto centinaia di migliaia di posti destinate a supplenza annuale.

Il pasticcio che si è prodotto

Fra gli assunti ci sono persone che non hanno più insegnato negli ultimi anni perché le ore di insegnamento della loro materia (economia, laboratori tecnico professionali, ecc..) sono state tagliate dalla legge 133.
Dall’altra parte si sono tagliati fuori migliaia di altri docenti abilitati che hanno assicurato il funzionamento delle scuole in questi anni nelle graduatorie nelle quali non c’erano più insegnanti delle GAE e del concorso 2012 (ad esempio matematica). Il problema insorto è che non c’è corrispondenza fra le reali necessità di base delle scuole e il personale individuato dalla legge.

Il pasticcio dell’organico potenziato

Per sistemare nelle scuole i docenti che non avrebbero trovato posto perché in graduatorie non più utilizzabili, la legge si è inventata l’organico potenziato, cioè un certo numero di insegnanti in più che ogni scuola dovrebbe richiedere in base al suo progetto didattico culturale. Anche questa operazione fallirà miseramente perché, per intendersi, se una scuola volesse incrementare l’intervento sull’alfabetizzazione degli immigrati, potrebbe non trovare nell’elenco degli assunti nessuno con queste competenze. Molte scuole saranno poi costrette a utilizzare questo personale aggiuntivo per coprire le assenze temporanee dei colleghi visto che tali incarichi sono stati eliminati dalla legge finanziaria. In tal modo salta una delle finalità principali della legge cioè il rafforzamento dell’autonomia delle scuole. A questo punto si prevede che le assunzioni totali siano 15-20.000 in meno di quelle previste e che gli uffici provinciali e le singole scuole saranno costrette ad assegnare nuove supplenze annuali.

Il problema dell’esodo dal Sud

Il bando obbliga gli aspiranti non assunti nella prima fase a indicare tutte le provincie d’Italia, il che comporta che uno possa finire a migliaia di km dalla sede ove risiede e in cui aveva insegnato in questi anni come precario. In più prevede il depennamento da ogni graduatoria di chi non accettasse la nomina. Questo rischio ha prodotto la mancata richiesta di assunzione da parte di circa 15.000 docenti che da 10 anni o più avevano insegnato nella propria provincia di residenza e ha scatenato la polemica sulla questione della “deportazione” degli insegnanti del sud. Il governo ha cercato di giustificare tale scelta motivandola con la carenza di personale al nord rispetto al sud. In realtà soprattutto al nord ci sono graduatorie che hanno utilizzato in questi anni personale della seconda fascia, pertanto l’effetto dell’esodo sarà che questi insegnanti non andranno a coprire posti vuoti ma fino ad ora coperti da altri docenti anch’essi abilitati che hanno insegnato nelle loro provincie in questi anni.

Cosa si sarebbe dovuto fare

Per ovviare a questo pasticcio per cui da una parte ci sono aventi diritto che non ne usufruiscono e dall’altra personale che ha insegnato per anni e che si troverà senza lavoro perché il suo posto è stato occupato da un esodato, sarebbe stato necessario un piano straordinario di assunzioni scaglionato su più anni e definito in base alle reali necessità provincia per provincia. Non avendo fatto così ci si trova nella situazione paradossale per cui fra i nuovi assunti mancano in alcune zone docenti (di matematica o altro), con la conseguenza che questi posti saranno nuovamente coperti da supplenti annuali. L’esito finale sarà che le assunzioni saranno molte meno delle 100.000 promesse e che il funzionamento normale delle scuole sarà assicurato come sempre dai supplenti.

In conclusione anche questo governo, dopo aver prodotto tante belle parole, ha continuato con la politica dei precedenti e perso la grande occasione di rimettere in sesto la scuola italiana colpita da tagli casuali e improvvidi che ne hanno diminuito le risorse di circa 10 miliardi negli ultimi 6 anni facendoci diventare il paese europeo che investe meno in istruzione.

*del Comitato Scuola e Costituzione di Bologna