Un referendum di iniziativa regionale per dire no alle estrazioni petrolifere nei mari italiani. Sono nove le Regioni che oggi si sono impegnate ad approvare in tempi brevi una delibera per promuovere l’abrogazione della parte di Sblocca Italia che dà il via libera alle trivelle. Riuniti alla Fiera del Levante di Bari, i presidenti di Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Molise - cui si sono associate a distanza Sardegna, Sicilia e Veneto (che ha manifestato interesse annunciando che se ne discuterà in consiglio il 25) - hanno annunciato le date in cui approveranno in consiglio regionale le delibere contenenti i quesiti. Comincia domani la Basilicata, seguita da martedì 22 da Abruzzo, Marche Molise, Puglia e Sardegna. Tutte approveranno lo stesso testo per ribadire che davanti alle loro coste va fermata la ricerca e lo sfruttamento di petrolio «per un quantitativo così esiguo che non vale assolutamente la pena di rischiare di compromettere per sempre il nostro mare e il turismo collegato» spiegano. Entro il 28 settembre tutte le regioni avranno chiesto con delibera l’indizione di un referendum per abrogare, tre gli altri, l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia (il n. 133/2014, convertito con modifiche con la legge 164 dell’11 novembre 2014), lo stesso “preso di mira” da uno dei quesiti referendari per i quali sta raccogliendo le firme Possibile. L’articolo in questione, oltre a dichiarare di interesse strategico nazionale le attività di «prospezione, ricerca e coltivazione di gas e petrolio», rende sufficiente una concessione unica e assegna al ministero dell’Ambiente i poteri sostitutivi nel caso le Regioni non completino ile procedure di Valutazione dell’impatto ambientale entro il 31 dicembre. E l’autorizzazione avrà anche effetto di variante urbanistica. Prossimo appuntamento delle regioni anti-trivelle, il 9 ottobre, per fare il punto della situazione a valle dell’approvazione delle delibere. Il governatore della Puglia Michele Emiliano, smorza i toni e sottolinea che non è una rivolta contro il governo Renzi, ma che l’intento è quello di puntualizzare le prerogative costituzionali delle Regioni. Dal canto loro, le associazioni ambientaliste e i comitati locali, presenti all'incontro di questa mattina a Bari, festeggiano il punto segnato «a favore delle energie pulite e contro gli interessi della lobby petrolifera che pressa il governo». Ma a decidere la partita, se non arriva prima una modifica parlamentare della norma, saranno le urne. [social_link type="twitter" url="https://twitter.com/RaffaeleLupoli" target="on" ][/social_link]@RaffaeleLupoli

Un referendum di iniziativa regionale per dire no alle estrazioni petrolifere nei mari italiani. Sono nove le Regioni che oggi si sono impegnate ad approvare in tempi brevi una delibera per promuovere l’abrogazione della parte di Sblocca Italia che dà il via libera alle trivelle.

Riuniti alla Fiera del Levante di Bari, i presidenti di Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Molise – cui si sono associate a distanza Sardegna, Sicilia e Veneto (che ha manifestato interesse annunciando che se ne discuterà in consiglio il 25) – hanno annunciato le date in cui approveranno in consiglio regionale le delibere contenenti i quesiti.

Comincia domani la Basilicata, seguita da martedì 22 da Abruzzo, Marche Molise, Puglia e Sardegna. Tutte approveranno lo stesso testo per ribadire che davanti alle loro coste va fermata la ricerca e lo sfruttamento di petrolio «per un quantitativo così esiguo che non vale assolutamente la pena di rischiare di compromettere per sempre il nostro mare e il turismo collegato» spiegano.

Entro il 28 settembre tutte le regioni avranno chiesto con delibera l’indizione di un referendum per abrogare, tre gli altri, l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia (il n. 133/2014, convertito con modifiche con la legge 164 dell’11 novembre 2014), lo stesso “preso di mira” da uno dei quesiti referendari per i quali sta raccogliendo le firme Possibile.

L’articolo in questione, oltre a dichiarare di interesse strategico nazionale le attività di «prospezione, ricerca e coltivazione di gas e petrolio», rende sufficiente una concessione unica e assegna al ministero dell’Ambiente i poteri sostitutivi nel caso le Regioni non completino ile procedure di Valutazione dell’impatto ambientale entro il 31 dicembre. E l’autorizzazione avrà anche effetto di variante urbanistica.

Prossimo appuntamento delle regioni anti-trivelle, il 9 ottobre, per fare il punto della situazione a valle dell’approvazione delle delibere. Il governatore della Puglia Michele Emiliano, smorza i toni e sottolinea che non è una rivolta contro il governo Renzi, ma che l’intento è quello di puntualizzare le prerogative costituzionali delle Regioni.

Dal canto loro, le associazioni ambientaliste e i comitati locali, presenti all’incontro di questa mattina a Bari, festeggiano il punto segnato «a favore delle energie pulite e contro gli interessi della lobby petrolifera che pressa il governo». Ma a decidere la partita, se non arriva prima una modifica parlamentare della norma, saranno le urne.

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