E' la quarantacinquesima sparatoria in un anno all'interno di un edificio scolastico. L'assassino, ucciso dalla polizia, aveva 26 anni. Obama furioso: Questa è diventata routine.

“O mio Dio, qualcuno sta sparando all’interno del college”. Queste le parole di Kayla Marie su Twitter. La stessa ragazza, poco dopo dirà che sta bene. Nove morti e una ventina di feriti, alcuni gravi. L’ultima strage è capitata in un College di Roseburg, una piccola città nel sud dell’Oregon. Si chiama, Umpqua ed è uno dei 17 community college dell’Oregon conta circa tramila studenti e circa 200 docenti. A uccidere una sola persona, il 26enne Chris Harper Mercer, non sono chiare le cause, come se ce ne potessero essere. Aveva tre pistole e un fucile semoiautomatico e sembra che abbia chiesto “di che religione siete” a degli studenti prima di aprire il fuoco. Tre giorni fa aveva caricato su un profilo social un documentario sulla strage di Sandy Hook.

2CFE26B200000578-3256633-image-a-33_1443750824108Ucciso dalla polizia durante una sparatoria dopo che le pattuglie erano accorse sul posto. Si era parlato di arresto, ma lo sceriffo della contea ha confermato la morte e ha parlato di un maschio di 20 anni. Qui sotto l’audio della radio della polizia.   

Questa è la quarantinquesima volta nel 2015 che capita una sparatoria in un edificio dedicato all’istruzione. I casi sono mlto diversi gli uni dagli altri: ci sono i quartieri dove circolano troppe armi tra i ragazzi (di solito afroamericani) e i casi in cui i ragazzi trovano le armi in famiglia. E poi altre tipologie: il professore licenziato, ecc. In rete circola questa possibile minaccia lasciata in una chat room di 4Chan: “Alcuni di voi sono bravi ragazzi, non andate a scuola domani se abitate nel nord-ovest” l’Oregon è nel nord ovest. Vedremo se è una di quelle piste false della rete.

Ma perché in America si uccide tanto e circolano tante armi senza che le autorità facciano nulla? La risposta semplice è in questo grafico qui sotto: su un asse il numero di armi per mille abitanti, sull’altro il numero di vittime. Gli Usa non temono rivali.

Il presidente Obama ha rilasciato una dichiarazione ed è apparso furioso: «Questa è diventata una routine e ogni volta io esco e da questo podio ripeto che preghiamo e siamo addolorati. Ma non basta, non conforta il dolore delle persone e non ferma queste stragi. Ce ne sarà un’altra tra una settimana o due mesi. Non sappiamo chi sia stato, possiamo supporre che si tratti di una persona malata, ma non siamo l’uico paese al mondo dove ci sono persone con disturbi. Siamo gli unici dove non preveniamo queste stragi….Sento già qualcuno spiegarci che per prevenire queste stragi servono più armi…davvero c’è qualcuno che crede a queste cose? Altri diranno che queste mie parole cercano di “politicizzare la questione”. Bene, politicizziamo. Chiedo ai media di mostrare agli americani i dati sui morti per terrorismo e confrontarli con quelli sulle morti per armi, non li darò io». Qui sotto la dichiarazione di Obama.

Per una risposta più articolata: domande e risposte sulla “cultura del fucile” Usa e sulla lobby delle armi

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