Il premier israeliano spiega che fu il Gran Mufti di Gerusalemme a suggerire a Hitler lo sterminio degli ebrei. L'ennesima uscita per calcolo politico in un momento di tensione con i palestinesi. Che ha generato una reazione molto dura anche nella società israeliana

Oggi il premier israeliano Benjamin Netanyahu compie 66 anni. Un po’ troppo giovane per pensare che sia completamente rimbambito. Le parole pronunciate nel suo discorso al World Zionist Congress, quindi, sono figlie di un calcolo politico. Nel suo discorso Netanyahu ha descritto un incontro tra il Gran Mufti di Gerusalemme, Amin al-Husseini e Adolf Hitler nel novembre 1941 sostenendo che: «Hitler non voleva sterminare gli ebrei, voleva semplicemente espellerli dalla Germania». Poi, a suo dire, intervenne il Mufti e lo convinse: «Se li espellete, verranno tutti qui [in Palestina].

Secondo Netanyahu, Hitler chiese: «Che cosa devo farne» e il mufti rispose: «bruciarli». Secondo il premier di Israele, insomma, l’Olocausto è un’idea del Gran Mufti di Gerusalemme. Teorie simili, come anche quelle che negano che lo sterminio degli ebrei sia avvenuto, compaiono qua e la su mediocri e faziosi libri di storia.  E come spesso gli accade, Bibi, usa toni eccessivi, le spara grosse e utilizza le tensioni con i palestinesi per alimentare una deriva pericolosa in atto nella società israeliana. Associare l’Olocausto ai palestinesi è un modo come un altro per foraggiare gli istinti peggiori del suo elettorato e corteggiarne la parte più di destra, che di dialogo con i vicini di casa non vuole sentire parlare. Stavolta però, Netanyahu – esagera. Il Gran Mufti non era un nemico del leader nazista, anzi. Ma distorcere la storia è un altro conto.


 

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Storici e politici israeliani hanno reagito con veemenza accusandolo di essere in sintonia di fatto con in negazionisti: si ridimensiona il crimine di Hitler e della Germania nazista, si alimentano teorie improbabili e, quindi, se nella storiografia vale tutto, hanno diritto di cittadinanza anche le tesi di chi dice che nei forni dei campi non è successo nulla. Come ha detto Saeb Erekat, capo della delegazione che negoziò gli accordi di Oslo, «E’ un giorno triste nella storia quello in cui il capo del governo israeliano mostra di odiare tanto il suo vicino di casa, da essere disposto ad assolvere il criminale di guerra più famoso della storia».

Il capo dell’opposizione israeliana Isaac Herzog ha denunciato le parole di Bibi: «Si tratta di una distorsione storica pericolosa, esigo che Netanyahu la corregga immediatamente in quanto ridimensiona l’Olocausto, nazismo e il ruolo di Hitler nel terribile disastro del nostro popolo», ha scritto sulla sua pagina Facebook.

La crisi israelo-palestinese è seria, lunga, tragica e in un vicolo cieco. Enormi responsabilità ha proprio Netanyahu – e certo, le autorità palestinesi, che pure sono innegabilmente la parte debole della partita, indebolite anche e proprio da un atteggiamento di Israele che rafforza le frange più estreme del campo avverso. Netanyahu che sembra surfare sulle crisi con l’unico obbiettivo di conquistare consenso politico, rimanere in sella un altro giro. Non è così che si comporta uno statista che guarda al futuro del suo Paese. E i commenti sull’Olocausto sono solo una battuta da politico cinico.

PS Le parole di Netanyahu hanno scatenato l’umorismo degli israeliani in rete, da meme a tweet sarcastici. Eccone qualche esempio: 

Mufti6

“Ora sappiamo chi ha fatto sciogliere i Beatles (il Mufti)”

Mufti2

“Sapete com’è: uno adora gli ebrei, poi incontra il Mufti e….Shoah”


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