Una notte dentro Palazzo Vecchio, per protestare contro la secretazione degli scontrini dell'ex sindaco di Firenze, Tommaso Grassi rischia la denuncia penale: «Ma continueremo a stazionare davanti alla segreteria e ad aspettare», dice il consigliere d'opposizione di sinistra.

«Siamo alla pazzia più totale in questo Comune». Tommaso Grassi è allegro al telefono, dopo il clamore suscitato dalla notte passata dentro Palazzo Vecchio. La sua è stata  una forma di protesta particolare ma l’obiettivo era chiaro: ottenere la trasparenza sugli scontrini dell’amministrazione Renzi che rimangono invece ancora top secret – secondo una nota del Comune – fino alla fine dell’inchiesta della Corte dei Conti.  Grassi, il giovane consigliere di Firenze riparte a sinistra, era entrato in Palazzo Vecchio alle 12 di sabato 7 novembre e se n’è dovuto andare la domenica alle 13.  «Dopo che mi avevano chiuso l’acqua, i bagni ed era stato impedito ai miei compagni consiglieri di venirmi a trovare e di portarmi anche un po’ d’acqua», dice ricordando quella notte.  Ora è in attesa della notifica della denuncia penale per occupazione abusiva. «L’hanno messa come una questione di ordine pubblico, ma noi volevamo sollevare solo una questione politica».  Come infatti a Roma il sindaco Marino era stato messo in croce per le sue spese al ristorante, perché non si può conoscere nei dettagli le spese di Matteo Renzi quando era sindaco a palazzo Vecchio? «Sono tre anni che chiedo di vedere gli scontrini dell’amministrazione Renzi, per la precisione dal marzo 2012. E invece adesso l’ultima notizia è la lettera del direttore generale che ci ha detto che c’è troppo materiale, sparso per troppi anni e che poi c’è la riservatezza da tutelare perché l’indagine della Corte dei Conti è in corso», racconta Grassi. «Ma mi sembra un po’ una “bischerata” – dice in fiorentino stretto – perché quella della Corte dei Conti  non è un’inchiesta penale», continua il giovane consigliere d’opposizione.

Intanto lunedì è in programma di nuovo il Consiglio comunale, in Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia d Firenze «perché a Palazzo Vecchio ci hanno sfrattato, c’è una mostra…».  Molti cittadini e compagni politici di Tommaso Grassi e degli altri due consiglieri dell’opposizione di sinistra Giacomo Trombi e Donella Verdi, si sono dati appuntamento per una manifestazione di solidarietà a Grassi e testimoniare ancora una volta la richiesta di far luce sulla questione scontrini. Grassi non esclude anche un ricorso a vie legali e comunque la protesta continuerà: « Chiederemo ancora la documentazione. Adesso abbiamo deciso che quando non siamo in commissione o impegnati in attività istituzionali passeremo la giornata davanti alla segreteria, sede del direttore generale, è lui che ci deve dare i documenti. Staremo là davanti e aspetteremo…».

«La questione scontrini è da cosiderarsi su diversi piani – spiega il consigliere -. Il Comune ha pubblicato – rispettando la legge 78 del 2010 – in sintesi quanto è stato speso e per quali categorie. Ma mentre la Corte dei conti indaga per verificare se le motivazioni di quelle spese rientrano nei compiti istituzionali, noi vogliamo porre la questione meramente da un punto di vista politico o morale, come è successo per Marino a Roma. Per esempio le trasferte: quando Renzi, nel 2012, andava a Roma per partecipare a trasmissioni televisive è moralmente accettabile che spendesse somme mensili per auto a noleggio? C’è anche il treno… E in tv parlava di Firenze come sindaco o già veniva interpellato per la sua candidatura alle primarie per segretario?», si chiede Grassi. Il quale della “notte brava” passata in palazzo Vecchio ha un ricordo preciso: «A parte il fatto che un consigliere dentro Palazzo Vecchio secondo me ci può rimanere, io quella notte l’ho passata a lavorare, a scrivere gli emendamenti per gli alloggi Erp. E lo si è visto perché lunedì in consiglio hanno discusso quattr’ore su quegli emendamenti…».

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.