L'Alto commissariato denuncia i ritardi e le violazioni: il diritto di asilo non riguarda le nazionalità ma le vicende individuali. Così si violano i trattati internazionali. Mille le persone bloccate, 200 in sciopero della fame

Sono un migliaio i rifugiati e migranti bloccati presso i principali valichi in Macedonia dalla Grecia a cui le autorità negano l’ingresso per via della loro nazionalità (i siriani passano). Si tratta, secondo l’Unhcr, che oggi ha protestato, di una in violazione del diritto internazionale.

«Siamo alle prese con quella che presto sarà una nuova emergenza umanitaria che ha urgente bisogno di attenzione e intervento – ha detto Adrian Edwards dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) – Le nuove restrizioni riguardano soprattutto persone profilate sulla base della loro nazionalità».

Iraniani, belgalesi e pakistani bloccati alla frontiera sono in sciopero della fame, alcuni di loro, come si vede in decine di foto in rete, si sono cuciti la bocca.

Piles of life jackets used by refugees and migrants to cross the Aegean sea from the Turkish coast remain stacked on the Greek eastern island of Lesbos, on Sunday, Nov. 22, 2015. Greek authorities have started supplementary identity checks on immigrants reaching Athens by ferry from the country's eastern islands, after breaking up a ring that sold fake identity documents to migrants arriving on Lesbos. (AP Photo/Santi Palacios)
Salvagente impilati a Lesbos(AP Photo/Santi Palacios)

Refugees wait to be allowed by the Macedonian police to cross the borderline to Macedonia, near the Greek village of Idomeni, Sunday, Nov. 22, 2015. About 1,300 migrants gathered in the Greek town Idomeni protested Saturday against the decision by Macedonian authorities across the border to turn away migrants who are not from war zones such as Syria, Afghanistan and Iraq. (AP Photo/Giannis Papanikos)
Idomeni, Grecia, la pressione sul confine macedone (AP Photo/Giannis Papanikos)

«Tutte le persone, hanno il diritto di chiedere asilo, indipendentemente dalla loro nazionalità e per le loro storie individuali. Un’adeguata informazione deve essere fornita alle persone interessate dalle decisioni ai valichi di frontiera e una consulenza adeguata deve essere disponibile» dicono ancora dall’Unhcr.

I famosi hot-spot non sono ancora funzionanti, il personale manca e la ricollocazione decisa dalle autorità europee langue. E gli attentati diParigi hanno peggiorato il clima e la situazione lungo le frontiere.

Due buone notizie vengono dal Canada e dal Guardian: mentre negli Usa impazzano le proteste contro il piano Obama di accogliere 100mila profughi, il nuovo governo canadese ha annunciato che accoglierà 25mila persone. Il Guardian, invece, che ogni anno fa un appello alle donazioni per i rifugiati. L’anno scorso un appello del quotidiano raccolse circa mezzo milione di euro.