Quel che tutti temevano è successo ed è destinato ad alzare la tensione tra Ankara e Mosca. Il Governo turco ha abbattuto un Sukhoi-24 russo perché non avrebbe risposto agli avvertimenti degli F-16 di Erdogan. I piloti si sono riusciti ad eiettarsi ma stando alle notizie riportate dalla Cnn turca uno dei due piloti è morto. È comparso infatti un video che risulta attendibile dove i ribelli turcomanni anti-Assad, il dittatore siriano sostenuto militarmente dai russi, mostrano il cadavere. Il Cremlino ha inviato degli elicotteri sul posto alla ricerca dei superstiti. Secondo il ministero della Difesa russo "presumibilmente" si è trattato di un attacco da terra, i russi hanno inoltre aggiunto di poter dimostrare che il velivolo è rimasto nello spazio aereo siriano per tutta la durata del volo. Immediata la risposta di Ankara: «Ad abbatterlo sono stati due nostri F-16 dopo 10 avvertimenti lanciati in 5 minuti, e inviti, rimasti inascoltati, perché abbandonasse il nostro spazio aereo». Un funzionario turco ha ribadito all’agenzia di stampa Reuters che: «L’abbattimento dell'aereo da guerra russo al confine fra Turchia e Siria non è stata un'azione contro un Paese specifico ma una mossa per difendere la sovranità territoriale turca». Per Mosca invece l'episodio mostra chiaramente il legame del governo di Erdogan con Isis. Nikolai Levicev (Russia Giusta), vicepresidente della Duma ha dichiarato: «È consigliabile sospendere i voli verso la Turchia ed evacuare i russi presenti nel Paese dato che che adesso è evidente il legame di Ankara con l'Isis». Levicev ha aggiunto che l'abbattimento di un jet militare russo da parte delle forze armate turche è «un atto di aggressione paragonabile all'attacco subito dall'altro aereo russo mentre sorvolava il Sinai. La Turchia sta dimostrando solidarietà ai terroristi proprio mentre la comunità internazionale è impegnata a pieno titolo nella lotta contro i terroristi». Il numero due della Duma ha inoltre suggerito di ritirare l'ambasciatore russo in Turchia per consultazioni. Il presidente russo, Vladimir Putin, sta preparando una dichiarazione ufficiale sull'abbattimento del caccia Su-34 russo da parte della Turchia. Lo ha reso noto una fonte del Cremlino citata dal portale di informazione Govorit Moskva, rilanciato da altri media russi. Fonti accreditate del Cremlino inoltre ritengono prematura una qualsiasi decisione sui rapporti fra Mosca e Ankara prima che venga chiarito il quadro della situazione. Anche la Nato aspetta di riunirsi a Bruxelles per chiedere spiegazioni al governo di Ankara sull'accaduto. Già ad ottobre la Turchia aveva sollevato di fronte all'alleanza il problema dei caccia russi che spesso sconfinavano nello spazio aereo nel corso delle loro manovre militari in Siria. Nel frattempo i media locali riferiscono che la Turchia ha convocato l'ambasciatore russo ad Ankara per un primo confronto sull'abbattimento. 112149066-eb06274d-c85d-4d90-92ea-777ccd016370 Lo scontro diplomatico fra Russia e Turchia si era già reso evidente durante il recente G20 quando il presidente russo Vladimir Putin aveva esplicitamente accusato 40 Paesi, tra i quali la Turchia di Erdogan, di finanziare le milizie di Daesh, anche esse presenti sul territorio siriano. Proprio il conflitto civile che sta avendo luogo in Siria infatti vede Mosca ed Ankara schierate su fronti opposti: la Turchia sostiene i ribelli islamici che vogliono rovesciare il regime di Bashar Assad mentre la Russia si è schiarata a fianco del dittatore nel tentativo, almeno stando a quanto ufficialmente dichiarato, di bloccare l’avanzata di Is. L' accusa di Putin di una vicinanza fra Turchia e Isis è stata respinta al mittente da Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco ha ufficialmente  preso le distanze da Daesh accusando il dittatore siriano Assad di acquistare greggio proprio da Isis, finanziandolo, per mantenere il controllo del Paese con la scusa di dover combattere la minaccia dello Stato Islamico. Una risposta che appare quantomeno contorta anche alla luce del fatto dell'odio che corre fra le componenti sciite (di cui Assad è un esponente) e sunnite dell'Islam che nella loro corrente radicale si incarnano nel Daesh di Abū Bakr al-Baghdādī. L'incidente di oggi è la rappresentazione plastica di come i raid non coordinati di Usa, Francia e Russia presentino dei rischi enormi di incidenti tra le grandi potenze che volano sulla Siria. Da settimane i comandi militari si parlano per ragionare su come scambiarsi informazioni sugli aerei in volo. Ma restano diffidenze e scarsa volontà di cooperare. Incidenti che, visti gli interessi e le spinte diverse che hanno portato alle incursioni aeree, sono destinati a provocare nuove tensioni. Aggiornamento ore 19.26 «Gli accertamenti di diversi alleati hanno confermato la versione della Turchia». Così il segretario Nato, Jens Stoltenberg, ha risposto a chi chiedeva se l'Alleanza potesse affermare che il jet russo abbattuto aveva violato lo spazio aereo turco come sostenuto da Ankara. Fonti Nato confermano che per informazioni concordanti il Su-24 aveva sconfinato quando è stato colpito.  

Quel che tutti temevano è successo ed è destinato ad alzare la tensione tra Ankara e Mosca. Il Governo turco ha abbattuto un Sukhoi-24 russo perché non avrebbe risposto agli avvertimenti degli F-16 di Erdogan. I piloti si sono riusciti ad eiettarsi ma stando alle notizie riportate dalla Cnn turca uno dei due piloti è morto. È comparso infatti un video che risulta attendibile dove i ribelli turcomanni anti-Assad, il dittatore siriano sostenuto militarmente dai russi, mostrano il cadavere.

Il Cremlino ha inviato degli elicotteri sul posto alla ricerca dei superstiti. Secondo il ministero della Difesa russo “presumibilmente” si è trattato di un attacco da terra, i russi hanno inoltre aggiunto di poter dimostrare che il velivolo è rimasto nello spazio aereo siriano per tutta la durata del volo. Immediata la risposta di Ankara: «Ad abbatterlo sono stati due nostri F-16 dopo 10 avvertimenti lanciati in 5 minuti, e inviti, rimasti inascoltati, perché abbandonasse il nostro spazio aereo». Un funzionario turco ha ribadito all’agenzia di stampa Reuters che: «L’abbattimento dell’aereo da guerra russo al confine fra Turchia e Siria non è stata un’azione contro un Paese specifico ma una mossa per difendere la sovranità territoriale turca».

Per Mosca invece l’episodio mostra chiaramente il legame del governo di Erdogan con Isis. Nikolai Levicev (Russia Giusta), vicepresidente della Duma ha dichiarato: «È consigliabile sospendere i voli verso la Turchia ed evacuare i russi presenti nel Paese dato che che adesso è evidente il legame di Ankara con l’Isis». Levicev ha aggiunto che l’abbattimento di un jet militare russo da parte delle forze armate turche è «un atto di aggressione paragonabile all’attacco subito dall’altro aereo russo mentre sorvolava il Sinai. La Turchia sta dimostrando solidarietà ai terroristi proprio mentre la comunità internazionale è impegnata a pieno titolo nella lotta contro i terroristi». Il numero due della Duma ha inoltre suggerito di ritirare l’ambasciatore russo in Turchia per consultazioni.
Il presidente russo, Vladimir Putin, sta preparando una dichiarazione ufficiale sull’abbattimento del caccia Su-34 russo da parte della Turchia. Lo ha reso noto una fonte del Cremlino citata dal portale di informazione Govorit Moskva, rilanciato da altri media russi. Fonti accreditate del Cremlino inoltre ritengono prematura una qualsiasi decisione sui rapporti fra Mosca e Ankara prima che venga chiarito il quadro della situazione. Anche la Nato aspetta di riunirsi a Bruxelles per chiedere spiegazioni al governo di Ankara sull’accaduto. Già ad ottobre la Turchia aveva sollevato di fronte all’alleanza il problema dei caccia russi che spesso sconfinavano nello spazio aereo nel corso delle loro manovre militari in Siria.

Nel frattempo i media locali riferiscono che la Turchia ha convocato l’ambasciatore russo ad Ankara per un primo confronto sull’abbattimento.

112149066-eb06274d-c85d-4d90-92ea-777ccd016370

Lo scontro diplomatico fra Russia e Turchia si era già reso evidente durante il recente G20 quando il presidente russo Vladimir Putin aveva esplicitamente accusato 40 Paesi, tra i quali la Turchia di Erdogan, di finanziare le milizie di Daesh, anche esse presenti sul territorio siriano.

Proprio il conflitto civile che sta avendo luogo in Siria infatti vede Mosca ed Ankara schierate su fronti opposti: la Turchia sostiene i ribelli islamici che vogliono rovesciare il regime di Bashar Assad mentre la Russia si è schiarata a fianco del dittatore nel tentativo, almeno stando a quanto ufficialmente dichiarato, di bloccare l’avanzata di Is.

L’ accusa di Putin di una vicinanza fra Turchia e Isis è stata respinta al mittente da Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco ha ufficialmente  preso le distanze da Daesh accusando il dittatore siriano Assad di acquistare greggio proprio da Isis, finanziandolo, per mantenere il controllo del Paese con la scusa di dover combattere la minaccia dello Stato Islamico. Una risposta che appare quantomeno contorta anche alla luce del fatto dell’odio che corre fra le componenti sciite (di cui Assad è un esponente) e sunnite dell’Islam che nella loro corrente radicale si incarnano nel Daesh di Abū Bakr al-Baghdādī.

L’incidente di oggi è la rappresentazione plastica di come i raid non coordinati di Usa, Francia e Russia presentino dei rischi enormi di incidenti tra le grandi potenze che volano sulla Siria. Da settimane i comandi militari si parlano per ragionare su come scambiarsi informazioni sugli aerei in volo. Ma restano diffidenze e scarsa volontà di cooperare. Incidenti che, visti gli interessi e le spinte diverse che hanno portato alle incursioni aeree, sono destinati a provocare nuove tensioni.

Aggiornamento ore 19.26 «Gli accertamenti di diversi alleati hanno confermato la versione della Turchia». Così il segretario Nato, Jens Stoltenberg, ha risposto a chi chiedeva se l’Alleanza potesse affermare che il jet russo abbattuto aveva violato lo spazio aereo turco come sostenuto da Ankara. Fonti Nato confermano che per informazioni concordanti il Su-24 aveva sconfinato quando è stato colpito.