La paura è passata: i francesi hanno deciso di non eleggere nessun presidente regionale del Front National. Lo hanno fatto partecipando massicciamente al voto per il secondo turno, quasi 10 punti in più che non al primo. Una dinamica interessante che racconta alcune cose sul futuro della politica francese, che si chiama presidenziali del 2017. I risultati sono presto detti: la destra repubblicana vince in 7 regioni (Paca, Nord-Pas-de-Calais-Picardie, Grand Est, Auvergne-Rhône-Alpes, Pays de la Loire, Ile-de-France e Normandia. i socialisti in 5 (Aquitaine-Limousin-Poitou-Charentes, Bretagna, Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées,Centre-Val de Loire et Bourgogne-Franche-Comté), nessuna regione per il Front National. Chi ha vinto e chi perso? Hanno mezzo vinto tutti, rispetto alle premesse e hanno mezzo perso tutti. Meno degli altri il Front National. Alle ultime regionali del 2010 il partito di Marine Le Pen era al 10% ed eleggeva 160 consiglieri. Ieri ne ha eletti 360, aumentando quasi ovunque i risultati del primo turno: le due candidate Le Pen (Marine e Marion) passano del 42% al 45%. L’unico motivo per cui non hanno vinto è l’aumento della partecipazione alle urne. I media francesi raccontano di facce piuttosto rilassate al quartier generale del partito: è una sconfitta, speravano di portare a casa almeno una regione, ma al contempo sono la prima forza del Paese e non governando saranno molto ben posizionati per il 2017. La preoccupazione resta quella del non riuscire a farcela al secondo turno: da quando Chirac polverizzo il vecchio JeanMarie Le Pen nel 2002, ogni volta che il Front National ottiene un gran risultato al primo turno, al secondo si infrange sugli scogli. Il FN continua a generare frontismo. La sinistra può gioire senza meritarlo: si trova cinque regioni e più unita che non al primo turno solo grazie ai suoi elettori. La scelta socialista di ignorare la sua sinistra e di inseguire la destra non aveva pagato al primo turno e le vittorie sono solo figlie della reazione delle persone e della paura del FN. Non solo: se nel 2017 la sinistra non saprà trovare un candidato unico, rischia molto seriamente di non andare al secondo turno: alle regionali i primi due partiti erano quelli di destra e di estrema destra. Come appunto, nel 2002, se si fosse votato per il presidente ieri ci troveremmo con un ballotaggio Sarkozy/Le Pen. Nemmeno Sarkozy può gioire troppo. Non solo il primo turno ha relegato la sua coalizione al secondo posto, ma nessuno vuole più averci a che fare. I candidati vincenti gli hanno chiesto di non andare a fare comizi per loro. L’ex presidente aveva promesso un’onda blu (il colore del suo partito) e si trova con sei regioni, solo perché i socialisti (a differenza sua) hanno scelto in quasi tutti i casi, di ritirare le proprie liste. E perché la maggioranza dei francesi non ha voluto il Front National al potere. Difficile arrivare integro alle presidenziali alla testa di un partito stufo della sua presenza.

La paura è passata: i francesi hanno deciso di non eleggere nessun presidente regionale del Front National. Lo hanno fatto partecipando massicciamente al voto per il secondo turno, quasi 10 punti in più che non al primo. Una dinamica interessante che racconta alcune cose sul futuro della politica francese, che si chiama presidenziali del 2017.

I risultati sono presto detti: la destra repubblicana vince in 7 regioni (Paca, Nord-Pas-de-Calais-Picardie, Grand Est, Auvergne-Rhône-Alpes, Pays de la Loire, Ile-de-France e Normandia. i socialisti in 5 (Aquitaine-Limousin-Poitou-Charentes, Bretagna, Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées,Centre-Val de Loire et Bourgogne-Franche-Comté), nessuna regione per il Front National.

Chi ha vinto e chi perso?

Hanno mezzo vinto tutti, rispetto alle premesse e hanno mezzo perso tutti. Meno degli altri il Front National. Alle ultime regionali del 2010 il partito di Marine Le Pen era al 10% ed eleggeva 160 consiglieri. Ieri ne ha eletti 360, aumentando quasi ovunque i risultati del primo turno: le due candidate Le Pen (Marine e Marion) passano del 42% al 45%. L’unico motivo per cui non hanno vinto è l’aumento della partecipazione alle urne. I media francesi raccontano di facce piuttosto rilassate al quartier generale del partito: è una sconfitta, speravano di portare a casa almeno una regione, ma al contempo sono la prima forza del Paese e non governando saranno molto ben posizionati per il 2017. La preoccupazione resta quella del non riuscire a farcela al secondo turno: da quando Chirac polverizzo il vecchio JeanMarie Le Pen nel 2002, ogni volta che il Front National ottiene un gran risultato al primo turno, al secondo si infrange sugli scogli. Il FN continua a generare frontismo.

La sinistra può gioire senza meritarlo: si trova cinque regioni e più unita che non al primo turno solo grazie ai suoi elettori. La scelta socialista di ignorare la sua sinistra e di inseguire la destra non aveva pagato al primo turno e le vittorie sono solo figlie della reazione delle persone e della paura del FN. Non solo: se nel 2017 la sinistra non saprà trovare un candidato unico, rischia molto seriamente di non andare al secondo turno: alle regionali i primi due partiti erano quelli di destra e di estrema destra. Come appunto, nel 2002, se si fosse votato per il presidente ieri ci troveremmo con un ballotaggio Sarkozy/Le Pen.

Nemmeno Sarkozy può gioire troppo. Non solo il primo turno ha relegato la sua coalizione al secondo posto, ma nessuno vuole più averci a che fare. I candidati vincenti gli hanno chiesto di non andare a fare comizi per loro. L’ex presidente aveva promesso un’onda blu (il colore del suo partito) e si trova con sei regioni, solo perché i socialisti (a differenza sua) hanno scelto in quasi tutti i casi, di ritirare le proprie liste. E perché la maggioranza dei francesi non ha voluto il Front National al potere. Difficile arrivare integro alle presidenziali alla testa di un partito stufo della sua presenza.