Renzi contrattacca. Il premier, per uscire dall’angolo stretto della vicenda Boschi, usa tutta la sua capacità retorica, prima da Vespa poi alla radio con Rtl e infine alla Camera, in occasione delle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo. Contro i pessimisti, «il Paese non può vivere in una depressione psicologica che deriva da un racconto costantemente negativo». Per l’ottimismo: «Io mi ritengo lo psicologo in capo dell'Italia. Nel mondo siamo considerati un punto di riferimento ed è fondamentale che l'Italia torni a credere in se stessa e quel che fa». Prendendo di mira avversari facili, tipo Brunetta, colpevole di aver definito alcune alcune misure della stabilità «mance» e «marchette» e di aver notato come non in parlamento, ma a Porta a Porta il premier abbia annunciato a sorpresa il prossimo invio in Iraq di un contingente militare italiano di 450 soldati, per proteggere la diga dai jiahdisti dello Stato Islamico: «Lei», è la replica del premier, «dice che la legge di stabilità è piena di marchette, è una marchetta abolire la tassa sulla prima casa? Oppure abbassare le tasse? Lei la ritiene una marchetta?». Il bonus ai giovani per i consumi culturali? Ma no, Brunetta! «Chi dice che il bonus è una mancia elettorale, ignora che i diciottenni sono una cosa diversa da quello che uno pensa, non sono i vendita, non si fanno lavare il cervello con un piccolo bonus». Poi, per superare le urla del deputato forzista, arriva lo slogan: «Onorevole Brunetta la prego torni in sè! Il fatto che lei urli in quest'aula non può che rendere disgustoso agli occhi degli studenti il suo intervento. Ma non mi fermerà. Tra Brunetta e la povera gente noi staremo con la povera gente». Schermata 2015-12-16 alle 14.14.18

(La campagna del Pd sulle tasse: "guerra alle tasse è diventato uno slogan di sinistra?)

Non risparmia una mossa Renzi, che alla Camera - dopo giorni in cui se la prende con chi strumentalizza i morti per la vicenda delle banche - chiede anche di rendere omaggio a Valeria Solesin: «Gli attentati 13 novembre pongono una sfida al cuore dell'Europa. Sono innanzitutto un atto che ha suscitato e seminato morte», ha detto, «e vorrei che tributassimo un affettuoso omaggio a Valeria Solesin e alla sua famiglia, che ci ha dato una straordinaria lezione». Tutto va bene per cementare l’idea di un governo che sta sereno, ma sereno veramente, e che non intende farsi logorare dalla vicenda Boschi. Che Renzi rispedisce al mittente. Lo fa da Vespa: «La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa veramente tristezza». E lo fa con la sua Enews in cui continua a portare avanti lo scontro aperto con i giornali. Vorrebbe spiegarci, Renzi, che l’informazione è contro di lui. E che ignora (!) la Leopolda: «L'attenzione dei media come sempre è stata catturata da altro rispetto all'energia dei leopoldini», ha scritto. «Noi abbiamo parlato di politica, loro hanno scritto di banche». Poi il tono si fa sarcastico, e aggiunge: «Succede.».

Renzi contrattacca. Il premier, per uscire dall’angolo stretto della vicenda Boschi, usa tutta la sua capacità retorica, prima da Vespa poi alla radio con Rtl e infine alla Camera, in occasione delle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo.

Contro i pessimisti, «il Paese non può vivere in una depressione psicologica che deriva da un racconto costantemente negativo». Per l’ottimismo: «Io mi ritengo lo psicologo in capo dell’Italia. Nel mondo siamo considerati un punto di riferimento ed è fondamentale che l’Italia torni a credere in se stessa e quel che fa». Prendendo di mira avversari facili, tipo Brunetta, colpevole di aver definito alcune alcune misure della stabilità «mance» e «marchette» e di aver notato come non in parlamento, ma a Porta a Porta il premier abbia annunciato a sorpresa il prossimo invio in Iraq di un contingente militare italiano di 450 soldati, per proteggere la diga dai jiahdisti dello Stato Islamico: «Lei», è la replica del premier, «dice che la legge di stabilità è piena di marchette, è una marchetta abolire la tassa sulla prima casa? Oppure abbassare le tasse? Lei la ritiene una marchetta?». Il bonus ai giovani per i consumi culturali? Ma no, Brunetta! «Chi dice che il bonus è una mancia elettorale, ignora che i diciottenni sono una cosa diversa da quello che uno pensa, non sono i vendita, non si fanno lavare il cervello con un piccolo bonus». Poi, per superare le urla del deputato forzista, arriva lo slogan: «Onorevole Brunetta la prego torni in sè! Il fatto che lei urli in quest’aula non può che rendere disgustoso agli occhi degli studenti il suo intervento. Ma non mi fermerà. Tra Brunetta e la povera gente noi staremo con la povera gente».

Schermata 2015-12-16 alle 14.14.18

(La campagna del Pd sulle tasse: “guerra alle tasse è diventato uno slogan di sinistra?)

Non risparmia una mossa Renzi, che alla Camera – dopo giorni in cui se la prende con chi strumentalizza i morti per la vicenda delle banche – chiede anche di rendere omaggio a Valeria Solesin: «Gli attentati 13 novembre pongono una sfida al cuore dell’Europa. Sono innanzitutto un atto che ha suscitato e seminato morte», ha detto, «e vorrei che tributassimo un affettuoso omaggio a Valeria Solesin e alla sua famiglia, che ci ha dato una straordinaria lezione».

Tutto va bene per cementare l’idea di un governo che sta sereno, ma sereno veramente, e che non intende farsi logorare dalla vicenda Boschi. Che Renzi rispedisce al mittente. Lo fa da Vespa: «La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa veramente tristezza». E lo fa con la sua Enews in cui continua a portare avanti lo scontro aperto con i giornali. Vorrebbe spiegarci, Renzi, che l’informazione è contro di lui. E che ignora (!) la Leopolda: «L’attenzione dei media come sempre è stata catturata da altro rispetto all’energia dei leopoldini», ha scritto. «Noi abbiamo parlato di politica, loro hanno scritto di banche». Poi il tono si fa sarcastico, e aggiunge: «Succede.».