Un progetto di legge depositato il 10 dicembre prevede il sequestro dei gioielli e altri beni di valore per pagare le spese dell'accoglienza. Il Partito del popolo danese, vincitore morale delle ultime elezioni, detta l'agenda al governo di centrodestra

Il governo danese tiene alla larga i rifugiati. Per quelli che lo hanno eletto si tratta di un buon risultato, per la civiltà europea e per la presunta superiorità del modello scandinavo è un colossale passo indietro.
L’ultima idea della politica danese, dove governa un esecutivo di minoranza formato interamente dal partito di destra centro Venstre, partito conservatore forte nelle aree agricole del Paese, è quella di sequestrare i gioielli e beni di valore ai rifugiati che arrivano o già presenti nel Paese. Avete letto bene.

Come spiega una mail dell’ufficio stampa del ministro dell’integrazione a diversi media anglosassoni:«Il disegno di legge consente alle autorità danesi di perquisire vestiti e bagagli dei richiedenti asilo – e degli altri migranti senza permesso di soggiorno in Danimarca – in cerca di beni che possano coprire le spese». La legge è stata depositata in Parlamento il 10 dicembre ed ha buone probabilità di essere approvata.

Le autorità lascerebbero ai rifugiati gli oggetti cari, gli orologi, i cellulari e le altre cose il cui valore non supera una cifra intorno ai 400 dollari. Anche se, con una battuta in televisione, Martin Henriksen, leader dello xenofobo Dansk Folksparti (Partito del popolo danese, 21.% alle ultime elezioni, quando ha quasi raddopiiato i voti), ha detto che anche gli anelli nuziali andrebbero sequestrati. Henriksen, nella foto qui sotto, si è rimangiato la battuta, ma il tono del suo partito è quello: «Se hanno i soldi, che si paghino le spese di assistenza e welfare per conto loro». Che confligge in maniera clamorosa con l’idea di accoglienza. Difficile immaginare come chi ha attraversato il mare su un barcone e l’Europa a piedi abbia risorse sufficienti. Togliere ai rifugiati mille dollari significa togliere loro un poco di quel che hanno, non pagare i costi dell’accoglienza. La legge, insomma, è un classico esempio di propaganda populista e xenofoba, oltre a essere l’ennesimo segnale da parte della Danimarca verso i rifugiati e richiedenti asilo: qui non vi vogliamo.

Negli ultimi mesi, la Danimarca ha fatto di tutto per mandare questo messaggio a chi fugge dalle guerre, comprando una pagina in arabo sui quotidiani libanesi che spiegava, sotto il titolo “Non venire in Danimarca”, perché i rifugiati non vengono accolti bene e tagliando del 50% i servizi di welfare per le persone rifugiate o richiedenti asilo. Nei giorni di alta tensione, quando tutti i Paesi chiudevano le frontiere, Copenaghen aveva anche chiuso le strade di accesso dalla Germania.

Il richiamo al sequestro dei beni di valore agli ebrei durante l’occupazione nazista è inevitabile. Non è la stessa cosa, ma i segnali che arrivano da molti Paesi europei in materia di immigrazione sono spaventosi.

[social_link type=”twitter” url=”https://twitter.com/minomazz” target=”on” ][/social_link]@minomazz