La autrice militante è critica sugli accordi COP21 e invita a una mobilitazione planetaria affinché vengano applicati e migliorati

Naomi, che opinione si è fatta sull’accordo?

A Parigi è emersa la sostanziale mancanza di volontà dei governi di agire un cambiamento radicale e immediato. Nessun impegno è stato assunto sulla rinuncia ai combustibili fossili: ho cercato nel testo finale e il termine “fossili” non viene neppure mai citato. È mancato il coraggio necessario: coraggio di impostare da subito una transizione serrata verso rinnovabili e democrazia energetica, coraggio di chiedere il conto alle multinazionali per i danni prodotti in termini ambientali e climatici, costringendole ad assumersi le proprie responsabilità e a pagare per esse.

In questo modo andremo incontro a un aumento di 3-4 gradi, uno scenario di una pericolosità inaudita. Già adesso il riscaldamento climatico agisce in maniera violenta in molti luoghi del mondo: ha già preso migliaia di vite nelle Filippine, in Bangladesh, in Nigeria, a New Orleans. Per questo, contro l’insufficienza delle risposte messe in campo occorre lavorare dal basso, costruendo un altro paradigma.


 

Questo articolo continua sul numero 49 di Left in edicola dal 12 dicembre

 

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