Una donna di sinistra si aggira per l'Europa. Il 2016 sarà anche l’anno di Marisa Matias che a 39 anni si candida alla guida del Paese per il Bloco de Esquerda. Il primo ritratto di una serie di personaggi dell'anno passato e di quello che verrà

Una donna di sinistra si aggira per l’Europa, garofano rosso in mano e bellezza decisa di stampo lusitano. Il 2016, tra i suoi protagonisti, avrà certamente Marisa Matias, candidata alla presidenza del Portogallo. Quarant’anni il 20 febbraio prossimo, Marisa Isabel dos Santos Matias è nata a Coimbra, centro universitario del Portogallo, nel 1976. «Questo è il mio villaggio», racconta Marisa. «È qui che sono cresciuta ed è qui che ho scoperto la mutazione straordinaria del Paese. Ricordo quando l’elettricità arrivò per la prima volta nella casa in cui vivevo. E dell’arrivo dell’acqua, del telefono, della scuola e dell’estensione del diritto alla salute. Ricordo di questo progresso che si basava su un’idea di uguaglianza».

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Posted by Marisa Matias on Mercoledì 16 dicembre 2015

Matias è una ragazza ostinata, e decide di studiare presso la storica Università di Coimbra (fondata nel 1290 a Lisbona e trasferita a Coimbra nel 1537): «La gente del mio villaggio è gente che lavora e che non desiste. Devo a questa gente e alla mia famiglia quello che ho imparato, perché senza di loro non avrei potuto studiare». Qui, si laurea in Sociologia e si specializza in Salute pubblica e Ambiente, studiando anche negli Stati Uniti e in Brasile. Dopo la laurea, Matias intraprende la carriera universitaria, dal 2004 è ricercatrice del Centro di Studi sociali dell’Università di Coimbra. E vive anche una parentesi nel mondo dell’editoria, nel biennio 1998-2000 è segretaria di redazione della Revista Crítica de Ciências Sociais. Pubblica articoli scientifici e libri, nazionali e internazionali, sempre sulla relazione tra ambiente e salute pubblica, scienza e conoscenza, democrazia e cittadinanza.

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Marisa Matías (Bloco de Esquerda), Juan Carlos Monedero e Pablo Iglesias (Podemos), Alexis Tsipras (Syriza) durante l’assemblea de Podemos del 15 novembre 2014

Ma nelle aule universitarie del suo villaggio, Matias inizia pure a partecipare ai movimenti civici: qualità della vita in città, cause ambientali e lotta per la depenalizzazione dell’aborto. Diventa membro del tavolo nazionale del Bloco de Esquerda e vicepresidente del Partito della Sinistra europea. La sua attività politica cresce fin quando, sei anni fa, viene eletta al Parlamento europeo (rieletta nel 2014) tra le fila del Bloco de Esquerda e aderisce al gruppo GUE/NGL. In Europa, racconta Matias, «sapevo già che non avrei ritrovato quello che avevo in mente come un progetto democratico e solidale». A Bruxelles e Strasburgo, secondo Matias, quel progetto si è trasformato «in una macchina che pone sempre gli interessi della finanza davanti a quelli della vita delle persone». Alla delusione, Matias, ci arriva preparata e si organizza per contrastarla: «Mi sono confrontata con i protagonisti di questa trasformazione: Manuel Barroso, Angela Merkel, Mario Draghi e tanti altri. Ho sempre pensato che il mandato politico deve realizzarsi fuori dalle stanze del gabinetto e insieme alle persone. Nel lavoro legislativo, ci sono cose di cui posso andare orgogliosa». È il caso della strategia europea per la lotta all’Alzheimer (di cui è responsabile), della prima risoluzione approvata per combattere l’epidemia del diabete, della direttiva per combattere le falsificazioni mediche. «Queste vittorie, che vanno a diventare legge in ogni parte dell’Unione europea il prossimo anno (2016), sono certa che salveranno molte vite».


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Matias è anche presidente dell’intergruppo sui Beni Comuni (risorse naturali, in particolare acqua, ma anche spazi sociali, orti urbani e beni immateriali come la cultura, il pensiero, la creatività, i beni comuni digitali). E presidente della delegazione per le relazioni con i Paesi del Medio Oriente (Libano, Egitto, Siria e Giordania), il 25 settembre del 2014 ha presieduto la presentazione delle conclusioni della sessione straordinaria su Gaza del Tribunale Russell nell’Europarlamento, insieme a Ken Loach, Roger Waters, Vandana Shiva, David Sheen, Richard Falk, Max Blumenthal, Mohamed Omer e Michael Mansfield.

In Portogallo il 2015 è stato un anno storico. Dal 24 novembre un governo di sinistra-sinistra guidato dal socialista Antonio Costa con il sostegno del Bloco de Esquerda, dei comunisti e dei verdi, ha messo in piedi un governo anti-austerità, riuscendo a strappare la guida del Paese al ben più filoeuropeo e gradito Passos Coelho.

Il 2016 sarà anche l’anno di Marisa Matias che avrà appena 40 anni quando si sottoporrà al voto per la guida del suo Paese: «Per rappresentare tutte le persone che credono in una forma differente di fare politica», dice Matias. «Qualcuno che garantisca l’indipendenza e la sovranità del Portogallo». Una garanzia che in tempi di Troika non è poca cosa.

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