Il 31 dicembre il ministero dello Sviluppo Economico ha dato il via a 326 trapanamenti di mare e suolo. Conta più la lobby del petrolio che il pericolo del riscaldamento globale e il territorio

Gli italiani sono così. Da sempre. Quando una legge ingiusta comincia a germogliare negli scorci di qualche decreto mentre una minoranza si lancia alla ricerca di un’opposizione e almeno un dibattito dall’altra una gran parte dei cittadini rimane mansueta finché non coglie veri caratteri di emergenza. E così se siete tra quelli che hanno pensato alla questione “trivelle” come una remota possibilità che potesse interessare solo qualche nugolo di pesci a mare aperto beh, sappiate che vi siete sbagliati. E il momento della presa di coscienza è arrivato.

Sono 326 le autorizzazioni a martellare buchi per terra e per mare e nell’elenco si passa dalle isole Tremiti a Isola Capo Rizzato, da Santa Maria di Leuca a Pantelleria passando per Venezia e la Lombardia. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di dare il via libera a trapanamenti (e spari, con la tecnica «airgun» che consiste nel produrre un picco ad altissimi decibel nel fondo del mare) il 31 dicembre mentre gli italiani visitavano le profondità alcoliche di un capodanno anticipato per business con qualche bestemmia in sovrimpressione.

Insomma: il regalo del 2016 è fare l’uncinetto con il territorio per la felicità delle lobby petrolifere che, ne siamo certi, avranno un’angosciosa attenzione nel preservarne la bellezza. Certo. Solo in Lombardia, tanto per andare sui numeri, ci sono quasi 4.000 metri quadrati (quattromila, sì avete letto bene) a disposizione di 15 permessi accordati. Segnatevelo quando ascoltare la prossima “pippa di Governo” su bellezza e consumo di suolo. Oppure c’è il caso delle isole Tremiti (che oggi diventano la località più onomatopeica d’Italia) per cui la Proceltic Italia srl paga 5 euro e 16 centesimi per metro quadrato per un incasso da parte dello Stato di ben 1,928 euro e 292 centesimi: meno dell’affitto i un posto barca, per dire.

Così mentre il Governatore della Puglia Michele Emiliano promette battaglia (ora che risuonano gli scalpelli) sono certo che Matteo Renzi stia già preparando la prossima newsletter in cui ci propinerà il solito soliloquio sulla bellezza, sull’Italia meravigliosa e sul territorio da difendere. Se sentirete rumore di trivelle non preoccupatevi, non ingufatevi: ci diranno che è solo un assestamento. Succede, quando si riparte. Ci diranno.