Il governo siriano ha sterminato migliaia di detenuti nelle carceri del regime. O almeno questo è quel che sostengono gli investigatori del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite in un rapporto appena pubblicato. Lo studio spiega che sia le forze lealiste che quelle ribelli, specie Isis e al Nusra hanno commesso crimini di guerra. Molti detenuti sono stati torturati, alcuni sono stati picchiati a morte, e altri sono morti per mancanza di cibo, acqua, o cure mediche. I risultati dell'inchiesta provengono da interviste con centinaia di testimoni e coprono il periodo dall'inizio delle proteste anti-governative marzo 2011. Il rapporto dice che migliaia di detenuti sono stati uccisi da prigionieri di parti in guerra negli ultimi quattro anni e mezzo. Ventiquattro persone, compresi dei bambini, sono morte affogate nel mar Egeo nel tentativo di raggiungere Lesbos. Il 2016 è appena cominciato e i rifugiati e migranti morti in mare sono già 400. Continuano intanto i bombardamenti su Aleppo e la fuga di migliaia di persone. Sono 30mila quelle ammassate al confine turco. Ankara non apre i confini ma ha contribuito a portare beni materiali e tende all'interno del confine siriano. È in questo contesto che Angela Merkel è giunta in Turchia per un incontro con il suo omologo turco Davutoglu. La Germania chiede alla Turchia di accogliere più persone - e l'Europa ha promesso enormi risorse in cambio di una maggiore capacità di gestione e accoglienza - e al contempo chiede ad Ankara di chiudere le proprie frontiere di mare. Davutoglu chiede che forze Nato monitorino meglio le acque in maniera da controllare il traffico nel Mediterraneo. In cambio della collaborazione in materia di rifugiati, l'Europa sta chiudendo entrambi gli occhi sulla drammatica situazione nel Kurdistan turco, dove da mesi le forze di sicurezza di Ankara danno la caccia al dissenso autonomista con la scusa di fare la guerra al Pkk. Nei giorni scorsi, in un edificio di Cizre, isolata e sotto assedio da settimane, sono rimasti intrappolati nelle rovine di un edificio bombardato - e sono morti - 60 civili.

Il governo siriano ha sterminato migliaia di detenuti nelle carceri del regime. O almeno questo è quel che sostengono gli investigatori del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite in un rapporto appena pubblicato. Lo studio spiega che sia le forze lealiste che quelle ribelli, specie Isis e al Nusra hanno commesso crimini di guerra.

Molti detenuti sono stati torturati, alcuni sono stati picchiati a morte, e altri sono morti per mancanza di cibo, acqua, o cure mediche. I risultati dell’inchiesta provengono da interviste con centinaia di testimoni e coprono il periodo dall’inizio delle proteste anti-governative marzo 2011. Il rapporto dice che migliaia di detenuti sono stati uccisi da prigionieri di parti in guerra negli ultimi quattro anni e mezzo.

Ventiquattro persone, compresi dei bambini, sono morte affogate nel mar Egeo nel tentativo di raggiungere Lesbos. Il 2016 è appena cominciato e i rifugiati e migranti morti in mare sono già 400.

Continuano intanto i bombardamenti su Aleppo e la fuga di migliaia di persone. Sono 30mila quelle ammassate al confine turco. Ankara non apre i confini ma ha contribuito a portare beni materiali e tende all’interno del confine siriano.

È in questo contesto che Angela Merkel è giunta in Turchia per un incontro con il suo omologo turco Davutoglu. La Germania chiede alla Turchia di accogliere più persone – e l’Europa ha promesso enormi risorse in cambio di una maggiore capacità di gestione e accoglienza – e al contempo chiede ad Ankara di chiudere le proprie frontiere di mare. Davutoglu chiede che forze Nato monitorino meglio le acque in maniera da controllare il traffico nel Mediterraneo. In cambio della collaborazione in materia di rifugiati, l’Europa sta chiudendo entrambi gli occhi sulla drammatica situazione nel Kurdistan turco, dove da mesi le forze di sicurezza di Ankara danno la caccia al dissenso autonomista con la scusa di fare la guerra al Pkk. Nei giorni scorsi, in un edificio di Cizre, isolata e sotto assedio da settimane, sono rimasti intrappolati nelle rovine di un edificio bombardato – e sono morti – 60 civili.