Arrestato al confine turco-siriano è una delle poche voci che ha raccontato gli orrori della guerra in Siria da sotto le bombe. Si teme per la sua vita

Quando capita di scrivere di Siria, una delle cose che il cronista seduto a una scrivania fa è andare a guardare le pagine e gli account social di quel rari, coraggiosi giornalisti (e organizzazioni umanitarie) che lavorano nelle zone di conflitto. Per mesi, la voce, i video, i tweet di Rami Jarrah, giornalista indipendente britannico-siriano nato a Cipro, provenienti da Aleppo e altrove sono fondamentali per sapere e capire. Jarrah racconta la realtà così com’è sotto le bombe, mostra come queste colpiscano aree dove non ci sono combattenti ma civili, racconta la quotidianità di chi è rimasto intrappolato tra due fronti di guerra.

Bene, Rami Jarrah, dopo che tre giorni fa aveva incontrato addirittura Erdogan per parlare di Siria, è stato arrestato dalle autorità turche al confine, mentre chiedeva un permesso per lavorare in quell’area. La notizia viene diffusa oggi da Anapress, l’agenzia di cui è cofondatore, che dice, come leggete qui sotto, che l’arresto è avvenuto tre giorni fa e che oggi è detenuto ad Adana. Jarrah ha potuto comunicare di essere in cella con membri dell’ISIS e che, dopo un alterco con uno di loro, ora teme per la vita.

#Breaking: co-founder of ANA Press and director of Sawt Dimashq Radio Rami Jarrah was arrested three days ago by Turkish…

Pubblicato da ANA PRESS su Venerdì 19 febbraio 2016

In rete e da parte di tutti i colleghi che in qualche misura ne riusano il lavoro è presto partita la richiesta alle autorità turche di rilasciarlo. Ci uniamo anche noi di Left, #FreeRemi

Prima di fare il giornalista facevo il campaigner e il ricercatore. Dal 2006 mi occupo molto di Stati Uniti: ci ho vissuto, ho attraversato 35 Stati in auto, visto i comizi di tutti i candidati di cui avete sentito parlare e scritto due libri un milione di articoli. Ho lavorato per molti, troppi giornali e siti