Il Nord est del Brasile, dove si sono verificati più casi di bambini nati con malformazioni, è anche un luogo ad alta intensità di uso di pesticidi. E il nesso diretto tra il virus e i danni ai feti è molto probabile ma non certo. Per questo occorre studiare più a fondo

Il virus Zika è trasmesso dalla Aedes aegypti, una specie di zanzara che vive in pozze di acqua stagnante. Come la malaria, la dengue e la chikungunya, questo virus ha sintomi quali febbre, dolori articolari ed eruzioni cutanee. I casi di microcefalia sembrano essere collegati a un focolaio dello Zika, isolato per la prima volta in Uganda nel 1940.

Tuttavia, Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha suggerito cautela. «Anche se un nesso causale tra l’infezione Zika durante la gravidanza e la microcefalia non è stata stabilito con certezza, le prove indiziarie sono molte ed estremamente preoccupanti» ha detto Chan. Il parere del direttore dell’Oms ha fatto eco a quello di Patricia Pestana Garcez, esperta di sviluppo neurologico che studia la microcefalia presso l’Università Federale di Rio de Janeiro: «Non vi è alcuna prova diretta che il virus provochi la microcefalia». Tuttavia, ha aggiunto che prove circostanziali erano abbastanza forte da consigliare a tutti di non correre rischi.

A municipal health worker sprays insecticide to combat the Aedes aegypti mosquito that transmits the Zika virus, in Campina Grande, Paraiba state, Brazil, Friday, Feb. 12, 2016. The Zika virus, spread by the Aedes aegypti mosquito, thrives in people's homes and can breed in even a bottle cap's-worth of stagnant water. The virus is suspected to be linked with occurrences of microcephaly in new born babies, but no link has been proven yet. (AP Photo/Felipe Dana)
 (AP Photo/Felipe Dana)

Molti esperti e attivisti ambientali hanno messo in guardia su come alcune sostanze chimiche utilizzate in agricoltura – come il paraquat, che è stato classificato come “altamente tossico” negli Stati Uniti – pur essendo vietate nei principali Paesi industrializzati continuino ad essere ampiamente utilizzate in molti Paesi in via di sviluppo, compreso il Brasile. Sono particolarmente utilizzati nel nord-est, l’area del Paese dove si sono verificati quasi un terzo dei casi di microcefalia.

Negli ultimi anni, il Brasile è diventato uno dei principali esportatori di succo d’arancia, zucchero, caffè, carne, pollame e semi di soia. Il boom nella produzione del Brasile di queste derrate alimentari è probabilmente dovuto, in parte, all’ampio uso di pesticidi, molti dei quali molto tossici per gli esseri umani. L’esposizione ad alcuni pesticidi può causare una vasta gamma di problemi di salute, come la perdita di memoria, di coordinazione, effetti sul comportamento e capacità motorie ridotte. Inoltre, certi pesticidi possono causare asma, allergie, cancro, disturbi ormonali e problemi di riproduzione e di sviluppo fetale, come appunto la microcefalia. I bambini sono a maggior rischio di esposizione ai pesticidi perché il loro sistema immunitario non è completamente sviluppato.

Alla luce di questi effetti tossici dei pesticidi, non è irragionevole pensare che la microcefalia possa essere dovuto ad un uso eccessivo di queste sostanze e che questi effetti sono stati smascherati dalla infezione da virus Zika. È anche possibile pensare che la microcefalia nei bambini possa avere un’origine multifattoriale.

Questa situazione pone la necessità di indagare con urgenza e più a fondo gli effetti sia del virus Zika sia dei pesticidi nel causare la microcefalia nei bambini in un ambiente di vita e di lavoro, e per le autorità sanitarie pubbliche dei Paesi più minacciati da questo virus di coordinare le azioni per il controllo più efficace dell’epidemia, partendo dalla messa al bando dei pesticidi che sono già stati vietati in altre parti del mondo.