Trump, Berlusconi o Salvini, l'ignoranza è moda perché ci concede a tutti di dover pesare meno le parole, di non vergognarsi di essere invidiosi o beceri o inumani

«Viva gli ignoranti!» urla Donald Trump in una campagna elettorale di primarie Usa che dopo avere tracimato i bordi del buon senso si avvia a superare il buongusto. Gli ignoranti intesi come quelli che si vogliono permettere di non dover rispondere all’etica comune, quelli che si cullano di un cuore dentato come se fosse la normale evoluzione di un’umanità così guardinga da dimenticarsi di essere umana. «Viva le persone semplici!» urlava Silvio Berlusconi mentre si ingegnava per iniettare una giustizia direttamente proporzionale alla popolarità: più una cosa è condivisa più è giusta ci diceva e così pagare le tasse alla fine è diventato un vezzo da coglioni. «Io credo che la gente…»: inizia sempre così le sue frasi Salvini, l’ultimo figlioccio dell’utero in affitto alla sciocchezza pop. Lui crede che la gente debba credere per forza che ci sia da credere che quello che dice lui sia il pensiero più in voga e per fortuna che c’è lui a levarci i freni per poterlo dire: “io non sono razzista ma basta negri, io rispetto quelli che lavorano ma non rispetto i rom se non lavorano, io rispetto italiani e stranieri ma prima lavorino gli italiani, io sono per la libertà di tutti basta che non disturbi la mia ed è la mia a dettare i confini a tutti gli altri”.

Guardando da fuori questa nuova moda che propone gli ignoranti come moderna categoria cool verrebbe da dire che si tratti di una sparuta minoranza di cretini che ha avuto occasione di essere classe dirigente. E invece no: l’ignoranza è moda perché concede a tutti di stare un po’ meno attenti, di dover pesare meno le parole, di permettersi stizze giustificate, di non vergognarsi di essere invidiosi o beceri o inumani. È un giardino comodissimo e incustodito quello dell’ignoranza: ci si pascola indisturbati in attesta del prossimo litigio televisivo, della miccia del prossimo sdegno o del vomito contro qualcuno. Se decidi di concederti la libertà di essere ignorante diventa terribilmente semplice mostrare la tua parte peggiore. Te ne vanti pure. Chiunque sia troppo educato è solo uno “snob”. E chiusa così.

Non c’è differenza tra Andreotti che si compra l’anziana elettrice mentre esce dal suo ufficio con il pacco di pasta sotto il braccio e qualche cartamoneta in lire e piuttosto questa nuova liberalizzazione della superficialità: tutti identicamente schiavi della stessa elemosina che costa poco al donatore ma gli garantisce una delega piena. Fare gli ignoranti oggi è il portamento elegante dei disinteressati. Eppure chi è disinteressato alla politica è nemico della democrazia. Ne parlava anche un certo Pericle. Che però non ha più spazio in tivù. E non funziona più.

Buon mercoledì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.