Clinton vince cinque Stati su cinque, ma Bernie promette di andare avanti anche stavolta parlando davanti a migliaia di persone in Arizona (dove si vota martedì). Trump elimina un alro moderato. Restano Kasich e l'ultraconservatore Cruz, che attacca violentemente il miliardario newyorchese e continuerà a farlo

Oggi tutti parleranno di Trump, ma la trionfatrice del SuperTuesday 2.0 è Hillary Clinton. I sondaggi degli ultimi giorni davano Bernie Sanders in ripresa e in effetti il senatore socialdemocratico ha preso molti voti ovunque. Ma per la prima volte TheBern non è riuscito a strappare neppure un Stato (in Missouri siamo ancora alla conta e i due sono pari) o a regalare una sorpresa clamorosa e nella Florida dei vecchietti al sole ha perso male.

A questo punto gli è praticamente impossibile raggiungere Hillary per numero di delegati. Ma ancora una volta, Sanders ha preso molti voti, ovunque più del 40%,tranne in Florida. Il suo messaggio continua a parlare ai giovani e ai bianchi working class. La vittoria di Clinton in Florida è così solida da renderla molto forte anche in termini simbolici: quello era lo Stato con più delegati in gioco, quello è lo Stato che tutti devono vincere a novembre. Ma nella Rust Belt, come testimoniano i risultati di Illinois e Ohio, Hillary avrà bisogno di un Bernie in campagna elettorale. Sanders stanotte ha fatto un comizio in Arizona davanti a 7mila persone che vedete qui sotto, segno che nel West dove si vota in tre Stati punta a vincere. Segno che vuole portare il suo discorso fino alla convention di Philadelphia. Ha molti delegati e ne guadagnerà altri, portandone moltissimi alla fine. ma il vantaggio di Clinton oggi è maggiore di quello di Obama nel 2008 a questo punto. Segno di una campagna che sta funzionando anche dal punto di vista dei calcoli e della strategia sul territorio: si lavora per ottenere più delegati, per ottenere la nomination servono quelli.

Poi viene Trump, che stanotte ha sbaragliato la concorrenza. Gli attacchi, le accuse di violenza contro i contestatori da parte dei suoi sostenitori, gli eccessi sottolineati da tutti quelli che lo vogliono fermare non lo scalfiscono. Ha vinto ovunque tranne in Ohio (in Missouri la conta assegna la stessa percentuale di Cruz, 41%) e non ha più rivali o quasi. Kasich vince il suo Stato e diventa l’ultima frontiera dei moderati, che a questo punto devono convergere in massa su di lui e sperare di arrivare alla convention in una situazione per la quale Trump non abbia abbastanza delegati per superare la soglia dei 1237 (oggi ne ha pochi più della metà).

Il segnale resta lo stesso: un partito molto diviso con il vincitore della nottata il cui miglior risultato è il 46% e che forse perde due Stati, un partito che boccia tutte le candidature dell’establishment. L’ultraconservatore Ted Cruz arriva infatti secondo in 3 Stati su 5 e Kasich, il moderato governatore dell’Ohio, l’unico candidato repubblicano che non spaventa, non era il favorito dei poteri del partito quando tutto è cominciato a gennaio.

Lo sconfitto della serata è Marco Rubio, che ha parlato di “tsunami politico”, che aveva studiato da presidente fin dal 2010 e che oggi si vede sbattuto fuori dalla corsa dal trionfo di Trump in casa sua. Qui il senatore di origine cubana della Florida arriva secondo, il peggior secondo della serata con solo il 27%. Trump nel suo discorso di vittoria dice «ne abbiamo viste di tutte, violenze, insulti, reporter disgustosi…ora dobbiamo unire il partito»,  quello rimane il suo grande problema. Rubio spiega che non è nei piani di dio che lui diventi presidente e Cruz parte all’offensiva contro trump: «Gente che ha lavorato per Marco Rubio, vi accoglieremo a braccia aperte, volete un candidato che condivida i vostri valori o uno che si è opposto per decenni ai vostri valori?». Kasich pure elogia Rubio, i voti da prendere oggi sono i suoi. Come reagirà la testa del partito, se ne rimane una? Si deciderà ad accettare Trump e farà pressione perché gli altri si tolgano di mezzo o propenderà perché questo bagno di sangue continui? La somma dei delegati di Cruz, Rubio e Kasich supera il numero raggiunto da Trump, se alla convention si unissero potrebbero batterlo. In un caso perderà i voti moderati, nell’altro rischia di arrivare così diviso alle elezioni da mettere a rischio anche molti seggi senatoriali.

 

I risultati

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Repubblicani

Florida Trump 46% Rubio 27%

Ohio Kasich 47% Trump 36%

Illinois Trump 39% Cruz 30%

Missouri Trump e Cruz 41%

North Carolina Trump 40% Cruz 37%

 

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Democratici

Florida Clinton 64% Sanders 33%

Ohio Clinton 56% Sanders 43%

Illinois Clinton 50%  Sanders 49%

Missouri Clinton 50% Sanders 49%

North Carolina Clinton 55% Sanders 41%