«Oggi è un giorno tragico». Porge le sue condoglianze al Belgio e alle autorità belga Yanis Varoufakis, a Roma, Palazzo Besso, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Diem25, il movimento paneuropeo che si è dato appuntamento nella Capitale domani 23 marzo

«Oggi è un giorno tragico». Porge le sue condoglianze al Belgio e alle autorità belga Yanis Varoufakis, a Roma, Palazzo Besso, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Diem25, il suo movimento paneuropeo che si è dato appuntamento proprio nella Capitale domani (23 marzo) all’Aquarium per un’intera giornata di lavoro. «Non possiamo permettere che un simile fatto accada nel cuore dell’Europa. L’Europa deve rispondere in maniera decisa al terrorismo, oggi è il giorno del dolore. Da domani dobbiamo trovare delle risposte alle “cause” che nutrono il terrorismo. «Non crediamo nel nascondersi dietro i confini degli Stati nazione. Crediamo in un’Unione europea aperta e che muri e confini non facciano altro che aumentare l’insicurezza».

«Un movimento paneuropeo che oltrepassi i confini degli Stati-nazione e che non sia solo una federazione o confederazione di Partiti nazionali» è l’obiettivo dell’ex ministro delle Finanze greco. «Solo così si può evitare che l’Unione europea si disintegri definitivamente. Guardate la risposta che la Ue ha dato alla crisi dei rifugiati. Una pessima risposta. È necessario democratizzare le istituzioni europee».
E a chi cercava di tirargli la giacchetta su Renzi & co – chiedendogli se lo ha incontrato, chi ha incontrato, con chi starà – Varoufakis ha risposto: «Dovete mettervi bene in testa una cosa. Non siamo nel “business” della politica. Non ci interessa creare unioni di Partiti nazionali. Non ci interessa entrare in competizione con partiti esistenti. Stiamo cercando di creare un’infrastruttura politica che serva a tutti. Sinistra, verdi, liberali. Indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla loro appartenenza politica. Per riaprire una discussione a livello pan-europeo su come affrontare problemi comuni in modo sistematico e unitario». «La crisi dei rifugiati ci mostra il fallimento di una risposta comune. Lo avevamo già visto con la pessima risposta che negli ultimi sei anni l’Ue ha dato alla crisi economica». La sua risposta dichiara: «è molto semplice: l’Europa è un insieme di Stati democratici ma le istituzioni dell’Ue, no.

La democrazia non è un lusso. E gli unici a guadagnarci da questa assenza di democrazia, sono gli euroscettici perché possono ben dire: dobbiamo tornare allo Stato nazione. Noi invece pensiamo che per salvare l’Unione europea dobbiamo democratizzare le istituzioni europee. Questo è ciò di cui si occupa Diem25». Vola alto l’economista, ma la stampa italiana no. Lo incalza su Renzi e lui replica: «È bravo a criticare le regole in Europa, salvo poi pensare solo a come trovare un modo per aggirarle, invece di cambiarle». Torna più volte sui rifugiati e chiude così: «se dovessi spiegare a mia figlia Xenia il significato del pessimo accordo tra Ue e Turchia, le direi che questo è ciò che succede quando l’Unione europea perde la propria integrità morale. Quando l’Unione europea gestisce in modo pessimo una crisi economica, quando la filosofia diventa quella del “non nel mio cortile”, per cui si lascia che i migranti vengano respinti e chiusi in campi di concentramento. Questo è ciò che succede quando si perde il “buon senso”, il senso buono. E l’Europa l’ha perso. Ha perso il buon senso e l’umanità».