La proposta di alleanza ai socialisti e la possibilità di fare liste unitarie con Izquierda Unida. Con un'intervista Tv, il leader di Podemos apre la nuova campagna elettorale

Sconfiggere i popolari di Rajoy e dare vita a un esecutivo progressista, insieme ai comunisti di Izquierda unida e ai socialisti. Con Pedro Sanchez come vicepresidente. In una lunga intervista all’emittente televisiva Telecinco, il segretario generale di Podemos, Pablo Iglesias, ha illustrato le future mosse della formazione politica in caso di vittoria alle elezioni del prossimo 26 giugno. Le ultime sono quelle del dicembre 2015, che non hanno dato al Paese una maggioranza. «Abbiamo molte opportunità di vincere. Per questo dobbiamo dire ai cittadini che tipo di governo abbiamo in mente. Il nostro programma è in totale contrapposizione a Mariano Rajoy e alle sue politiche». E fin qui, niente di nuovo. Ma Iglesias ha poi specificato come il Psoe sia un alleato naturale in queste elezioni, nonostante il fallito tentativo di convincere i socialisti a formare una coalizione di governo sia ancora fumante: «Se vinceremo le elezioni gli tenderemo la mano, non per un appoggio esterno ma per dar vita a una maggioranza stabile di governo. E a quel punto il Psoe avrà tutta la legittimità di reclamare la vicepresidenza».

 

C’è poi la questione con Izquierda unida, la formazione della sinistra radicale guidata da Alberto Garzón. Entrambe le formazioni hanno avviato consultazioni interne per concorrere insieme alle prossime elezioni e avviare un programma di minimo accordo e candidature condivise. La base di Iu si è gia detta favorevole, mentre Podemos avvierà consultazioni in settimana. Iglesias è apertamente favorevole all’accordo e ha dipinto Garzón come «il futuro di questo Paese» in polemica con l’ex coordinatore Gaspar Llamzares, scettico sull’accordo, e definito dallo stesso Iglesias come «il passato». Secondo un recente sondaggio di Metroscopia un accordo elettorale tra IU e Podemos permetterebbe alla coalizione di sinistra di raggiungere il 22,3%, contro il 20,3% del Psoe. Diventando di fatto la prima forza progressista.

Il leader con il codino è poi tornato sulla questione dell’autonomia catalana e basca, sostenendo che Podemos «difende l’unità della Spagna riconoscendo che sia uno stato con più nazioni al suo interno. Pensiamo che una consulta, una riforma costituzionale e un referendum siano le formule più snsate per risolvere una situazione difficile».