La mattina del 16 maggio 2003,  quattordici giovani uscirono da una baraccopoli vicino a Casablanca per fare una carneficina, uccidendo 45 persone e ferendone centinaia. «Sono rimasto scioccato di fronte a quella tragedia, come i miei concittadini. Fino ad allora avevamo pensato di essere immuni dal terrorismo» dice lo scrittore Mahi Binebine a Left . «Ma abbiamo dovuto affrontare l’amara realtà: i giovani responsabili di quella tragedia non venivano da fuori». Da quello choc, molti anni dopo, è nato il romanzo Les étoiles de Sidi Moumen uscito in Francia nel 2010 e che ora, finalmente, arriva nelle librerie italiane con il titolo Il salto, pubblicato da Rizzoli. Romanzo bruciante, febbrile, visionario in cui lo scrittore marocchino immagina la storia di questi ragazzi cercando di capire che cosa li ha portati alla pazzia di quel gesto. Il libro e il film, I cavalli di Dio che ne è stato tratto, hanno aperto la discussione sulle radici del terrorismo islamico che continua oggi. Binebine«Allora pagavamo il prezzo dell’analfabetismo, della povertà, dell’ingiustizia che dilaga negli slums come Sidi Noumen alle porte di Casablanca», racconta Binebine che il 17 maggio alle 18,30 incontra il pubblico nello  spazio di coworking Cowall, dove si trova la redazione del magazine Babelmed . «Come scrittore potevo rimanere inerte? Ovviamente no. La letteratura può cambiare qualcosa? Ho qualche dubbio al riguardo.. Ma penso anche che nessun atto contro la barbarie sia mai vano».  Fuori da scenari apocalittici e alla Michel Houellebecq, Mahi Binebine indaga la realtà. Lo fa utilizzando un registro letterario alto e una narrazione cinematografica e incalzante. Ne Il grande salto il fondamentalista Abou Zoubeir è tratteggiato come una personalità forte, carismatica. Ma né questo né le condizioni di indigenza in cui vivono Yashin, Hamid, Yashin, Nabil e gli altri ragazzi bastano a spiegare perché cadono nella trappola sposando la jihad. La religione sembra offrire loro uno schema in cui incanalare il loro malessere interiore, sembra dargli l’illusione di un’identità, di una appartenenza. «Ovviamente i poveri non diventano assassini. Non possiamo giustificare tutto con la disperazione e la miseria, di questi attentatori che si sentivano senza futuro» commenta lo scrittore marocchino. « Ma ho trascorso molto tempo a Sidi Moumen, fra le capanne roventi, le fogne a cielo aperto e la discarica di 100 ettari. Se non fossi mai andato a scuola, forse anche io sarei stato una facile preda di mercanti di illusioni.Lavorando con le associazioni in loco, ho scoperto che bastano due anni per addestrare un kamikaze. Spaventoso. Per prima cosa portano i giovani fuori dalla discarica, li ripuliscono facendogli fare le abluzioni cinque volte al giorno per la preghiera e poi gli trovano un lavoro con i “fratelli”. L’indottrinamento inizia con una lettura orientata Corano. Vengono gradualmente separati dalle loro famiglie. Il gruppo religioso diventa una famiglia surrogata che dà loro l’impressione di una dignità che non si sono mai sentiti addosso. Accusano gli ebrei e l’Occidente di tutti i mali dei musulmani. Gli mostrano video di “eroi”kamikaze...e in soli due anni, l’adolescente è piegato al loro volere». Perché c'è stata una forte ripresa  del fondamentalismo religioso e della repressione politica dopo le "primavere arabe"? Sento  dire spesso  che i fondamentalisti sono i figli della primavera araba. È una falsità. Sono figli di dittatori che hanno imperversato  nel mondo arabo durante il colonialismo e la decolonizzazione. Al momento della caduta di alcuni di lor , le sole forze organizzate erano i salafiti, supportati dalle monarchie petrolifere. E in alcuni Paesi, come l'Egitto, hanno vinto le elezioni democraticamente. Ci fu un colpo di Stato che il mondo occidentale ha applaudito... tutto questo dà foraggio ai fondamentalisti. La democrazia diventa geometria variabile. Gli viene detto: Hai vinto, vai! In Marocco e in  molti altri Paesi arabi c'è sempre stata una tradizione laica. Gli intellettuali che ne fanno parte riescono a fare sentire la propria voce? Il punto è che l'occidente ci dovrebbe pensare due volte prima di impegnarsi in guerre. Lancia a tamburi battenti  proclami sulla democrazia e sui  diritti umani e intanto per interesse fa affari  con i regimi che negano la libertà e diritti.   Proclamano azioni umanitarie e cmmerciano con i mercanti di armi,  nelle aree di conflitto. Certo anche  i democratici  africani, arabi e musulmani, amare la libertà. E anche noi oggi piangiamo le vittime innocenti degli attentati di Parigi e Bruxelles, come abbiamo pianto ieri quelli di Madrid e Casablanca e  soffriamo  per difendere questa libertà. I giovani terroristi che hanno fatto l'attentato al Bataclan non  sono nati in uno slum. Non hanno alle spalle situzioni di miseria assoluta e ignoranza. Come legge le loro storie? Quando c'è stato bisogno di ricostruire l'Europa dopo la guerra, serviva forza lavoro, che arrivò in massa  dal Maghreb. Sono stati parcheggiati in sobborghi dormitorio intorno alle principali città e dimenticati lì. Quando si sono svegliati mezzo secolo dopo, hanno trovato una popolazione europea, ma non facevano parte del tutto. Si sono sentiti cittadini di  seconda classe, una parte di loro è caduta nel piccolo traffico di droga, furti. I musulmani  hanno investito i luoghi di culto (a volte illegali), alcuni radicalizzandosi sempre più. Il nemico è chiaramente lo Stato coloniale.  I fondamentalisti hanno offerto loro qualcosa più grande di piccoli reati... E che, secondo loro, non porta in prigione, ma in paradiso con 70 vergini.  Le responsabilità europee sono sotto gli occhi di tutti. Cosa ne pensa di ciò che sta accadendo con i migranti e ai rifugiati, troppo spesso guardati con sospetto, come fossero tutti terroristi? La storia è lunga. L'nvasione dell'Afghanistan, anche se può  essere sembrata legittima ad alcuni dopo l'11 settembre, può giustificare gli eventi che hanno portato allo smantellamento dell'Iraq, ora in condizioni esplosive, alla distruzione della Libia, ad installare in il caos e l'anarchia. Oggi è la Siria lacerata dalla guerra civile che accende l'odio millennario tra sunniti e sciiti. Come risposta a queste aggressioni abbiamo assistito alla comparsa dell'Islam fondamentalista, alla nascita di frange jihadiste e nichiliste. Così  a chiunque sia disposto ad ascoltare continuano a ripetere il solito sermone: che i leader di questi gruppi hanno tutto il diritto di agire per risvegliare la"Umma" e denunciare la vera natura demoniaca dell' Occidente. Gli Stati Uniti e la Francia sembrano confermare le loro speranze. Sappiamo tutti, naturalmente, che tutto questo è solo delirio e speculazione gratuita. Certo i traffici per il petrolio, il controllo geostrategico dell'area medio orientale, ala salvaguardia della sicurezza di Israele costi quel costi non aiutano. A Parigi, come altrove, facciamo finta di non capire. Con cinismo  sono stati dirottati milioni  senza dare unosguardo ai  morti dopo l'invasione dell'Iraq, milioni di morti. Migranti e rifugiati sono il risultato di queste guerre scriteriate.  Una vera tragedia. Anche perché  molti europei sono stati rifugiati e migranti nel secolo passato, ma a quanto pare non se lo ricordano.

La mattina del 16 maggio 2003,  quattordici giovani uscirono da una baraccopoli vicino a Casablanca per fare una carneficina, uccidendo 45 persone e ferendone centinaia. «Sono rimasto scioccato di fronte a quella tragedia, come i miei concittadini. Fino ad allora avevamo pensato di essere immuni dal terrorismo» dice lo scrittore Mahi Binebine a Left . «Ma abbiamo dovuto affrontare l’amara realtà: i giovani responsabili di quella tragedia non venivano da fuori».

Da quello choc, molti anni dopo, è nato il romanzo Les étoiles de Sidi Moumen uscito in Francia nel 2010 e che ora, finalmente, arriva nelle librerie italiane con il titolo Il salto, pubblicato da Rizzoli. Romanzo bruciante, febbrile, visionario in cui lo scrittore marocchino immagina la storia di questi ragazzi cercando di capire che cosa li ha portati alla pazzia di quel gesto. Il libro e il film, I cavalli di Dio che ne è stato tratto, hanno aperto la discussione sulle radici del terrorismo islamico che continua oggi.

Binebine«Allora pagavamo il prezzo dell’analfabetismo, della povertà, dell’ingiustizia che dilaga negli slums come Sidi Noumen alle porte di Casablanca», racconta Binebine che il 17 maggio alle 18,30 incontra il pubblico nello  spazio di coworking Cowall, dove si trova la redazione del magazine Babelmed .
«Come scrittore potevo rimanere inerte? Ovviamente no. La letteratura può cambiare qualcosa? Ho qualche dubbio al riguardo.. Ma penso anche che nessun atto contro la barbarie sia mai vano».  Fuori da scenari apocalittici e alla Michel Houellebecq, Mahi Binebine indaga la realtà. Lo fa utilizzando un registro letterario alto e una narrazione cinematografica e incalzante.
Ne Il grande salto il fondamentalista Abou Zoubeir è tratteggiato come una personalità forte, carismatica. Ma né questo né le condizioni di indigenza in cui vivono Yashin, Hamid, Yashin, Nabil e gli altri ragazzi bastano a spiegare perché cadono nella trappola sposando la jihad.

La religione sembra offrire loro uno schema in cui incanalare il loro malessere interiore, sembra dargli l’illusione di un’identità, di una appartenenza.
«Ovviamente i poveri non diventano assassini. Non possiamo giustificare tutto con la disperazione e la miseria, di questi attentatori che si sentivano senza futuro» commenta lo scrittore marocchino. « Ma ho trascorso molto tempo a Sidi Moumen, fra le capanne roventi, le fogne a cielo aperto e la discarica di 100 ettari. Se non fossi mai andato a scuola, forse anche io sarei stato una facile preda di mercanti di illusioni.Lavorando con le associazioni in loco, ho scoperto che bastano due anni per addestrare un kamikaze. Spaventoso. Per prima cosa portano i giovani fuori dalla discarica, li ripuliscono facendogli fare le abluzioni cinque volte al giorno per la preghiera e poi gli trovano un lavoro con i “fratelli”. L’indottrinamento inizia con una lettura orientata Corano. Vengono gradualmente separati dalle loro famiglie. Il gruppo religioso diventa una famiglia surrogata che dà loro l’impressione di una dignità che non si sono mai sentiti addosso. Accusano gli ebrei e l’Occidente di tutti i mali dei musulmani. Gli mostrano video di “eroi”kamikaze…e in soli due anni, l’adolescente è piegato al loro volere».

Perché c’è stata una forte ripresa  del fondamentalismo religioso e della repressione politica dopo le “primavere arabe”?
Sento  dire spesso  che i fondamentalisti sono i figli della primavera araba. È una falsità. Sono figli di dittatori che hanno imperversato  nel mondo arabo durante il colonialismo e la decolonizzazione. Al momento della caduta di alcuni di lor , le sole forze organizzate erano i salafiti, supportati dalle monarchie petrolifere. E in alcuni Paesi, come l’Egitto, hanno vinto le elezioni democraticamente. Ci fu un colpo di Stato che il mondo occidentale ha applaudito… tutto questo dà foraggio ai fondamentalisti. La democrazia diventa geometria variabile. Gli viene detto: Hai vinto, vai!
In Marocco e in  molti altri Paesi arabi c’è sempre stata una tradizione laica. Gli intellettuali che ne fanno parte riescono a fare sentire la propria voce?
Il punto è che l’occidente ci dovrebbe pensare due volte prima di impegnarsi in guerre. Lancia a tamburi battenti  proclami sulla democrazia e sui  diritti umani e intanto per interesse fa affari  con i regimi che negano la libertà e diritti.   Proclamano azioni umanitarie e cmmerciano con i mercanti di armi,  nelle aree di conflitto. Certo anche  i democratici  africani, arabi e musulmani, amare la libertà. E anche noi oggi piangiamo le vittime innocenti degli attentati di Parigi e Bruxelles, come abbiamo pianto ieri quelli di Madrid e Casablanca e  soffriamo  per difendere questa libertà.
I giovani terroristi che hanno fatto l’attentato al Bataclan non  sono nati in uno slum. Non hanno alle spalle situzioni di miseria assoluta e ignoranza. Come legge le loro storie?
Quando c’è stato bisogno di ricostruire l’Europa dopo la guerra, serviva forza lavoro, che arrivò in massa  dal Maghreb. Sono stati parcheggiati in sobborghi dormitorio intorno alle principali città e dimenticati lì. Quando si sono svegliati mezzo secolo dopo, hanno trovato una popolazione europea, ma non facevano parte del tutto. Si sono sentiti cittadini di  seconda classe, una parte di loro è caduta nel piccolo traffico di droga, furti. I musulmani  hanno investito i luoghi di culto (a volte illegali), alcuni radicalizzandosi sempre più. Il nemico è chiaramente lo Stato coloniale.  I fondamentalisti hanno offerto loro qualcosa più grande di piccoli reati… E che, secondo loro, non porta in prigione, ma in paradiso con 70 vergini.
 Le responsabilità europee sono sotto gli occhi di tutti. Cosa ne pensa di ciò che sta accadendo con i migranti e ai rifugiati, troppo spesso guardati con sospetto, come fossero tutti terroristi?
La storia è lunga. L’nvasione dell’Afghanistan, anche se può  essere sembrata legittima ad alcuni dopo l’11 settembre, può giustificare gli eventi che hanno portato allo smantellamento dell’Iraq, ora in condizioni esplosive, alla distruzione della Libia, ad installare in il caos e l’anarchia. Oggi è la Siria lacerata dalla guerra civile che accende l’odio millennario tra sunniti e sciiti. Come risposta a queste aggressioni abbiamo assistito alla comparsa dell’Islam fondamentalista, alla nascita di frange jihadiste e nichiliste. Così  a chiunque sia disposto ad ascoltare continuano a ripetere il solito sermone: che i leader di questi gruppi hanno tutto il diritto di agire per risvegliare la”Umma” e denunciare la vera natura demoniaca dell’ Occidente. Gli Stati Uniti e la Francia sembrano confermare le loro speranze. Sappiamo tutti, naturalmente, che tutto questo è solo delirio e speculazione gratuita. Certo i traffici per il petrolio, il controllo geostrategico dell’area medio orientale, ala salvaguardia della sicurezza di Israele costi quel costi non aiutano. A Parigi, come altrove, facciamo finta di non capire. Con cinismo  sono stati dirottati milioni  senza dare unosguardo ai  morti dopo l’invasione dell’Iraq, milioni di morti. Migranti e rifugiati sono il risultato di queste guerre scriteriate.  Una vera tragedia. Anche perché  molti europei sono stati rifugiati e migranti nel secolo passato, ma a quanto pare non se lo ricordano.