Palma d'oro al festival di Cannes per Ken Loach, il grande regista inglese che - come ha detto lui  stesso in una recente intervista - non smette di stare dalla parte dei più deboli, dalla parte degli operai, dei disoccupati, dei precari senza rappresentanza. Il film, Daniel Blake è un duro ritratto dell’Inghilterra che, dopo anni di tatcherismo e blairismo, oggi vede file interminabili di disoccupati  davanti ai job centers, in cerca di un lavoro che non c'è; che vede molti inglesi ricorrere alle Food Banks (si parla di più di un milione di persone nell’ultimo anno). Nel film si parla anche di una Gran Bretannia che oggi non ha risposte per gli studenti universitari vessati dai debiti universitari, che non ha risposte - per stare alla trama del film - per le madri single, punite dai tagli ai benefits, costrette a cercare riparo negli ostelli. Daniel Blake si svolge nel nord dell’’Inghilterra dei giorni nostri, stretta nella morsa dei tagli allo stato sociale. «La fame, oggi nel Regno Unito, è usata come un’arma, da un sistema burocratico punitivo e disumano», ha denunciato Ken Loach in una intervista al Guardian. Ed è il rischio di finire per strada quello che attanaglia Daniel protagonista del film interpretato da Dave Johns; è un falegname ultracinquantenne che ha lavorato per tutta la vita e che poi, come capita,  malaguratamente, si è ammalato. Vedendosi costretto  a cercare il sussidio di disoccupazione. La sua storia si intreccia con quella di Kate (Hayley Squires) una madre single, sfrattata, nonostante abbia due bambini. Atmosfere quasi dickensiane, per questo film di Ken Loach che tuttavia lavora su un registro di presa diretta davanti a un Job Center, con attori non professionisti (come è nel suo stile) che sono disoccupati e impiegati. Il soggetto è di Paul Laverty, lo stesso autore di Jimmy’s Hall, film sull’Irlanda rivoluzionaria degli anni Trenta. Ma al di là delle risonanze storiche,  questo lavoro è un chiaro atto d’accusa contro il governo Cameron. L'ultimo j'accuse del grande regista inglese, stando alle sue dichiarazioni (ma noi speriamo che ci offra ancora suoi pensieri), cercando di dare una stura ai laburisti, dopo gli anni di acquiescienza  al blairismo che Loach definisce «una vera e propria ferita aperta nel corpo della società». Cercando di scuotere anche  il neo sindaco di Londra, perchè si schieri più decisamente  con Jeremy Corbyn, leader del partito laburista, con cui il maturo regista si è sempre detto consonante.  

Palma d’oro al festival di Cannes per Ken Loach, il grande regista inglese che – come ha detto lui  stesso in una recente intervista – non smette di stare dalla parte dei più deboli, dalla parte degli operai, dei disoccupati, dei precari senza rappresentanza. Il film, Daniel Blake è un duro ritratto dell’Inghilterra che, dopo anni di tatcherismo e blairismo, oggi vede file interminabili di disoccupati  davanti ai job centers, in cerca di un lavoro che non c’è; che vede molti inglesi ricorrere alle Food Banks (si parla di più di un milione di persone nell’ultimo anno). Nel film si parla anche di una Gran Bretannia che oggi non ha risposte per gli studenti universitari vessati dai debiti universitari, che non ha risposte – per stare alla trama del film – per le madri single, punite dai tagli ai benefits, costrette a cercare riparo negli ostelli.

Daniel Blake si svolge nel nord dell’’Inghilterra dei giorni nostri, stretta nella morsa dei tagli allo stato sociale. «La fame, oggi nel Regno Unito, è usata come un’arma, da un sistema burocratico punitivo e disumano», ha denunciato Ken Loach in una intervista al Guardian. Ed è il rischio di finire per strada quello che attanaglia Daniel protagonista del film interpretato da Dave Johns; è un falegname ultracinquantenne che ha lavorato per tutta la vita e che poi, come capita,  malaguratamente, si è ammalato. Vedendosi costretto  a cercare il sussidio di disoccupazione. La sua storia si intreccia con quella di Kate (Hayley Squires) una madre single, sfrattata, nonostante abbia due bambini. Atmosfere quasi dickensiane, per questo film di Ken Loach che tuttavia lavora su un registro di presa diretta davanti a un Job Center, con attori non professionisti (come è nel suo stile) che sono disoccupati e impiegati.
Il soggetto è di Paul Laverty, lo stesso autore di Jimmy’s Hall, film sull’Irlanda rivoluzionaria degli anni Trenta. Ma al di là delle risonanze storiche,  questo lavoro è un chiaro atto d’accusa contro il governo Cameron. L’ultimo j’accuse del grande regista inglese, stando alle sue dichiarazioni (ma noi speriamo che ci offra ancora suoi pensieri), cercando di dare una stura ai laburisti, dopo gli anni di acquiescienza  al blairismo che Loach definisce «una vera e propria ferita aperta nel corpo della società». Cercando di scuotere anche  il neo sindaco di Londra, perchè si schieri più decisamente  con Jeremy Corbyn, leader del partito laburista, con cui il maturo regista si è sempre detto consonante.