E' uno dei più grandi maestri della fotografia giapponese, con oltre 70mila scatti realizzati dagli anni Venti agli Ottanta, Domon Ken. Dal 27 Maggio al 18 Settembre 150 suoi lavori sono esposti all'Ara Pacis di Roma , in una mostra monografica che ne ripercorre il lavoro artistico e di ricerca in cui realismo sociale e poesia trovano un'inedita fusione. "Sono immerso nella realtà sociale di oggi ma allo stesso tempo vivo le tradizioni e la cultura classica di Nara e Kyoto - diceva -, il duplice coinvolgimento ha come denominatore comune la ricerca del punto in cui le due realtà sono legate ai destini della gente, la rabbia, la tristezza, la gioia del popolo giapponese”. 04.-DOMON-KENNella mostra romana curata dalla professoressa Rossella Menegazzo, docente di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale all’Università degli Studi di Milano e dal Maestro Takeshi Fujimori, direttore artistico del Ken Domon Museum of Photography ci sono i primi scatti, realizzati prima e durante la seconda guerra mondiale, in cui Domon Ken cercava di destreggiarsi fra foto giornalismo e propaganda. Poi l'immane tragedia di Hiroshima e il suo lavoro diventa coraggioso, intenso, altamente drammatico sotto l'eleganza e il pudore, mai formale, che si coglie al primo sguardo. 05.-DOMON-KENIn mostra c'è Hiroshima (1958)  foto che ha fatto la storia e che uno scrittore come il Nobel Kenzaburo Oe ha giudicato come più importante di un libro di storia.  E poi ecco i Bambini di Chikuho, scatti realizzati nei villaggi di minatori, con ritratti indimenticabili di bambini di strada.  Ma affascinanti sono anche le foto che raccontano un Giappone  di signorine eleganti in cerca di amore. Con lo splendido doppio ritratto di profilo che ricorda Hiroshima mon amour di Resnais. Una certa allure francese di alcune di queste immagini ha fatto scrivere ad alcuni critici che  Domon Ken è il Cartier- Bresson giapponese.  La mostra all'Ara pacis presenta anche la parte dell'opera di Domon Ken dedicata alla tradizione  culturale giapponese, quella del teatro No, in primis, con le sue splendide maschere astratte e quella buddista, con una serie di lussureggianti fotografie rosse e oro, scattate all'interno di templi.   15.-DOMON-KEN Accompagnata da un catalogo edito da Skira, la mostra è promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il supporto del Bunkacho, l'Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, e della Japan Foundation. Organizzata da MondoMostre Skira con Zètema Progetto Cultura. [caption id="attachment_76595" align="aligncenter" width="676"]Domon Ken Domon Ken[/caption]

E’ uno dei più grandi maestri della fotografia giapponese, con oltre 70mila scatti realizzati dagli anni Venti agli Ottanta, Domon Ken. Dal 27 Maggio al 18 Settembre 150 suoi lavori sono esposti all’Ara Pacis di Roma , in una mostra monografica che ne ripercorre il lavoro artistico e di ricerca in cui realismo sociale e poesia trovano un’inedita fusione. “Sono immerso nella realtà sociale di oggi ma allo stesso tempo vivo le tradizioni e la cultura classica di Nara e Kyoto – diceva -, il duplice coinvolgimento ha come denominatore comune la ricerca del punto in cui le due realtà sono legate ai destini della gente, la rabbia, la tristezza, la gioia del popolo giapponese”.

04.-DOMON-KENNella mostra romana curata dalla professoressa Rossella Menegazzo, docente di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale all’Università degli Studi di Milano e dal Maestro Takeshi Fujimori, direttore artistico del Ken Domon Museum of Photography ci sono i primi scatti, realizzati prima e durante la seconda guerra mondiale, in cui Domon Ken cercava di destreggiarsi fra foto giornalismo e propaganda. Poi l’immane tragedia di Hiroshima e il suo lavoro diventa coraggioso, intenso, altamente drammatico sotto l’eleganza e il pudore, mai formale, che si coglie al primo sguardo. 05.-DOMON-KENIn mostra c’è Hiroshima (1958)  foto che ha fatto la storia e che uno scrittore come il Nobel Kenzaburo Oe ha giudicato come più importante di un libro di storia.  E poi ecco i Bambini di Chikuho, scatti realizzati nei villaggi di minatori, con ritratti indimenticabili di bambini di strada.  Ma affascinanti sono anche le foto che raccontano un Giappone  di signorine eleganti in cerca di amore. Con lo splendido doppio ritratto di profilo che ricorda Hiroshima mon amour di Resnais. Una certa allure francese di alcune di queste immagini ha fatto scrivere ad alcuni critici che  Domon Ken è il Cartier- Bresson giapponese.  La mostra all’Ara pacis presenta anche la parte dell’opera di Domon Ken dedicata alla tradizione  culturale giapponese, quella del teatro No, in primis, con le sue splendide maschere astratte e quella buddista, con una serie di lussureggianti fotografie rosse e oro, scattate all’interno di templi.

 

15.-DOMON-KEN

Accompagnata da un catalogo edito da Skira, la mostra è promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il supporto del Bunkacho, l’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, e della Japan Foundation. Organizzata da MondoMostre Skira con Zètema Progetto Cultura.

Domon Ken
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