Quattromila migranti recuperati in mare in una sola giornata. La centrale operativa della Guardia Costiera ha coordinato 22 interventi di soccorso, che si sono tutti conclusi. Complessivamente sono stati recuperati dai mezzi della Guardia Costiera, della Marina Militare, di Frontex e Eunavformed, e da rimorchiatori e mercantili dirottati in zona circa 4.100 migranti. Segno di soccorsi più efficienti, dicono alcuni giornali, ma viene da chiedersi anche quante siano invece le persone annegate e disperse. Ciò che è certo è che c'è stata una forte ripresa delle migrazioni via mare con l'arrivo della bella stagione. Con un grande assalto al Canale di Sicilia. Ma da dove arrivano questi fragili barconi? I cinesi ne producono a basso costo e ad altissimo rischio. Alcune delle gang attive al confine del Messico operano nell'ambito criminale del traffico degli esseri umani, avendo esteso la propria area di influenza fino al Mediterraneo. Secondo un'indagine di Europol, il business è ormai un affare multinazionale, che ha toccato punte di 5/ 6 miliardi nel 2015. Documentati sono ben 250 centri di smistamento. Mentre si comincia a parlare di una rete transatlantica. L'Unione Europea al G7  ha lanciato un appello: è necessario un impegno in soldi e accoglienza. Che incontra molti ostacoli, anche da parte della Turchia che lancia una nuova minaccia come carta di contrattazione assai significativa con l'Europa: se non ci saranno progressi sulla liberalizzazione dei visti, la Turchia non continuerà nell’attuazione dell’accordo sui migranti. Intanto le drammatiche foto dei migranti i mare fanno il giro del mondo. In particolare ieri una foto, riporta l'Ansa, in cui si vede un barcone semiaffondato ed una cinquantina di migranti,alcuni ancora appoggiati al barcone altri già in acqua. Virale in rete è diventata la toccante della bambina di otto mesi salvata dal medico di Fuocammare, Francesco Rosi. Segno di una forte onda di commozione che circola in rete e che speriamo si traduca in mobilitazione per l'accoglienza. La situazione  nel Mediterraneo, ogni giorno si fa più tesa, come  racconta la mappa pubblicata in questa pagina.

Quattromila migranti recuperati in mare in una sola giornata. La centrale operativa della Guardia Costiera ha coordinato 22 interventi di soccorso, che si sono tutti conclusi. Complessivamente sono stati recuperati dai mezzi della Guardia Costiera, della Marina Militare, di Frontex e Eunavformed, e da rimorchiatori e mercantili dirottati in zona circa 4.100 migranti. Segno di soccorsi più efficienti, dicono alcuni giornali, ma viene da chiedersi anche quante siano invece le persone annegate e disperse. Ciò che è certo è che c’è stata una forte ripresa delle migrazioni via mare con l’arrivo della bella stagione. Con un grande assalto al Canale di Sicilia. Ma da dove arrivano questi fragili barconi? I cinesi ne producono a basso costo e ad altissimo rischio.
Alcune delle gang attive al confine del Messico operano nell’ambito criminale del traffico degli esseri umani, avendo esteso la propria area di influenza fino al Mediterraneo. Secondo un’indagine di Europol, il business è ormai un affare multinazionale, che ha toccato punte di 5/ 6 miliardi nel 2015. Documentati sono ben 250 centri di smistamento. Mentre si comincia a parlare di una rete transatlantica. L’Unione Europea al G7  ha lanciato un appello: è necessario un impegno in soldi e accoglienza. Che incontra molti ostacoli, anche da parte della Turchia che lancia una nuova minaccia come carta di contrattazione assai significativa con l’Europa: se non ci saranno progressi sulla liberalizzazione dei visti, la Turchia non continuerà nell’attuazione dell’accordo sui migranti.

Intanto le drammatiche foto dei migranti i mare fanno il giro del mondo. In particolare ieri una foto, riporta l’Ansa, in cui si vede un barcone semiaffondato ed una cinquantina di migranti,alcuni ancora appoggiati al barcone altri già in acqua. Virale in rete è diventata la toccante della bambina di otto mesi salvata dal medico di Fuocammare, Francesco Rosi. Segno di una forte onda di commozione che circola in rete e che speriamo si traduca in mobilitazione per l’accoglienza. La situazione  nel Mediterraneo, ogni giorno si fa più tesa, come  racconta la mappa pubblicata in questa pagina.