Mentre in Francia comincia la settimana di «scioperi illimitati», questo pomeriggio sotto l'ambasciata francese a Roma, sit-in per sostenere la lotta dei lavoratori francesi e per protestare contro il Jobs act di Renzi

Oggi, mercoledì primo giugno, – mentre in Francia la settimana di «scioperi illimitati» è appena cominciata – a piazza Farnese, proprio sotto l’ambasciata francese a Roma, si scende in piazza. Per sostenere la lotta dei lavoratori francesi sì, ma anche per protestare contro il Jobs act del governo Renzi: «Mentre in Italia Cgil, Cisl e Uil hanno fatto passare Jobs act, licenziamenti e controriforma delle pensioni senza un’ora di sciopero e oggi sono soddisfatte degli inutili incontri con il ministro Poletti, in Francia si continua a scioperare, a lottare e combattere contro la “Loi travail”, le misure sul lavoro che il governo francese vuole imporre, costi quel che costi» recita l’appello di Usb che ha indetto la manifestazione dalle 17 alle 21.


Grève : la semaine s’annonce difficile
La riforma del lavoro, equivalente francese del Jobs act, sta scatenando proteste contro Hollande e il suo governo. La reazione dei lavoratori e della Confédération générale du travail (il sindacato francese, Cgt), può contare sull’appoggio di gran parte dell’opinione pubblica. «La legge El Khomri», scrive Léon Cremieux, «s’è trasformata in un detonatore sociale».
Dai lavoratori Air France alle Nuit Debout, ai blocchi delle raffinerie. E, ancora, fabbriche e trasporti. Ogni settore della produzione e dei servizi è, in questi giorni, oggetto della protesta. Una protesta che non andava in scena – soprattutto sulle pagine e sugli schermi mainstream – da molto tempi, tanto in Italia, quanto in Europa.

«Lavoreremo e stiamo lavorando per costruire anche in Italia un percorso di mobilitazione che porti allo sciopero generale», annunciano gli organizzatori del sit-in a piazza Farnese. E attraccano i sindacati confederali: «Cgil, Cisl e Uil hanno di fatto condiviso le politiche di austerità e abdicato definitivamente al loro ruolo sindacale», recita l’appello, che si conclude con l’invito alla partecipazione «a lavoratrici e lavoratori, studenti e pensionati, disoccupati e precari, migranti e senza casa». Proprio come in Francia.

L'Orchestra Nuit Debout
L’Orchestra Nuit Debout

Per cantare “Bella ciao“ in lingua italiana i francesi hanno dovuto leggere gli spartiti. Gli italiani la ricorderanno ancora?